Ecco come funziona la mente di un bambino che detiene un record mondiale -VIDEO

la mente inconscia a lavoro
Credit Getty Images

Osservando il video di Austin Naber, un bambino di dieci anni detentore di un record mondiale, si rimane impressionati dalla rapidità e dalla precisione dei suoi movimenti. Austin Naber pratica uno sport chiamato di “cup stacking” (impilamento tazze) da due anni e dieci mesi, esercitandosi ogni giorno per circa quattro ore, è così arrivato a realizzare un record: la composizione di più figure, impilando e mettendo in equilibrio un set di dodici bicchieri di plastica in soli cinque secondi.

Abilità e rapidità sono merito della” mente inconscia”

Aldilà della bravura della prestazione a cui è giunto Austin, che farebbe invidia a qualsiasi barman professionista o qualsiasi casalinga impegnata ogni giorno a impilare stoviglie, ciò che è interessante sono le deduzioni scientifiche a cui è giunto il neuroscienziato David Eagleman osservando Austin al lavoro.

David Eagleman si è chiesto in che modo funziona il cervello quando il corpo arriva a sostenere prestazioni così complesse con facilità e velocità.

Il neuroscienziato si è messo alla prova, cercando di confrontarsi con Austin nell’attività di impilamento, ma la differenza di abilità e velocità tra i due è apparsa da subito evidente, questo è stato il risultato secondo le parole di Eagleman:

Mi ha fatto mangiare la polvere.”

Durante questa prova l’attività celebrale di Eagleman e di Naber è stata monitorata da un elettroencefalogramma (EEG) e quello che è emerso è stata un’incredibile differenza sul modo di lavorare dei due cervelli:

  • l’elettroencefalogramma dello scienziato rilevava una grande attività,
  • quello di Naber invece indicava una scarsa attività del cervello nonostante tutti i movimenti che stava compiendo.

La spiegazione di Eagleman è stata la seguente: “Il cervello di Austin è molto più sereno del mio, perché ha automatizzato il suo comportamento, ore e ore di allenamento quotidiano hanno interiorizzato il suo comportamento permettendogli di agire senza l’intervento cosciente del cervello”.

Riferendosi alla sua prestazione, invece, il neuroscienziato afferma: “Per me era tutto cosciente, ho bruciato tantissime energie nel cercare di capire le regole, come l’equilibrio delle tazze”.

Quindi pensando alle azioni si rallenta, invece rendendole automatiche e agendo nell’incoscienza si migliora in precisione e rapidità.

In realtà molte delle azioni che compiamo quotidianamente avvengono senza il bisogno di coinvolgere la nostra mente cosciente.

La domanda che Eagleman ha esplorato durante una serie televisiva in onda di recente su BBC4 nel Regno Unito è la seguente: “Quali risultati può ottenere il cervello senza l’intervento cosciente?”

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