“Mamma, cos’ha quel bimbo?”: 6 consigli per parlare di disabilità ai figli

disabilitàSpesso sentiamo parlare di bambini che vengono emarginati dai coetanei a causa del loro aspetto fisico, come accaduto al piccolo Jayden Watson, affetto da una rara malattia, o per le loro disabilità.

Ma come si può insegnare a genitori e bambini come comportarsi in queste situazioni? Una mamma, Kathy Epling, che ha un figlio con la Sindrome di Down, ha provato a fornire qualche suggerimento su The Mighty.

6 consigli ai genitori per parlare delle disabilità ai propri figli

I bambini con bisogni speciali sono diversi, ma questa non è una brutta cosa: è facile sentirsi a disagio intorno a persone la cui situazione è “diversa”. Spesso pensiamo sia meglio fingere che la diversità non esista ma questo non serve a nessuno. Questo svaluta il mio bimbo e confonde i vostri. Parliamo di loro in modo rispettoso e vediamo cosa possiamo imparare. Alcune differenze sono, appunto, differenze. Per esempio: il mio Joe è calvo e ha gli occhi a mandorla. Questo è inusuale ma sembra davvero figo con la sua testa calva. Se guarderete da vicino vedrete che ciascuno è diverso dall’altro. Altre differenze possono mettere in risalto forza o debolezza. Il cromosoma in più di Joe gli rende difficile imparare velocemente le cose a scuola quanto potrebbero fare gli altri bambini, ma lui è anche un bimbo sensibile e ama far sorridere le altre persone. Quindi potreste incoraggiare il vostro bambino ad aiutare Joe a scrivere il suo nome mentre lui potrebbe mostrare alcuni modi divertenti per rallegrare le persone quando si sentono giù.

I bambini con disabilità sono uguali agli altri bambini: parlate delle cose che i vostri bambini e quelli con disabilità hanno in comune: hanno gli occhi? Capelli? Mani? E delle cose che non si possono vedere direttamente? Pensate che quella bimba o bimbo abbia dei sentimenti? A cosa gli piacerebbe giocare? Che tipo di musica potrebbe ascoltare? Alcuni bambini hanno delle disabilità ma non vogliono essere definiti completamente da queste.

Le persone con disabilità non sono necessariamente malate: a volte è difficile trovare le parole giuste per parlare dei bambini con bisogni speciali. Lasciatemi suggerire di non usare le parole “malato” o “sbagliato” come: “quel bambino ha una malattia che gli rende difficile parlare con le persone”. “C’è qualcosa di sbagliato nel suo cervello quindi non riesce a parlare”. Alcune persone sono nate con bisogni speciali, altre invece hanno disabilità come risultato di un incidente o una malattia. La disabilità in se stessa non è una malattia o qualcosa di male. Non è nemmeno qualcosa che anche gli altri bambini potrebbero “prendere”, questa è una distinzione importante che dovreste fare quando spiegate le altre disabilità ai bambini.

Le parole importano: va bene insegnare ai bambini le parole giuste con cui parlare delle nostre differenze: disabilità, bisogni speciali, persino il nome di disabilità specifiche come Sindrome di Down, autismo, ecc… Al posto delle parole “malato” o “sbagliato” usate le parole “tipico”, “comune”. “Un bimbo comune può camminare a 12 mesi ma Joe non ha cominciato a camminare fino a 3 anni. “Noi sappiamo che i nostri bimbi sono diversi ma paragonarli ai bambini tipici fa sì che noi ci sentiamo come se li chiamaste: strani o sbagliati.

Inoltre nomignoli e scherzi alle spese di un’altra persona (che questa abbia o meno una disabilità) non è accettabile. In effetti, parole come “ritardato”, sono estremamente dolorose sia che vengano usate come insulto diretto nei confronti di un bimbo con bisogni speciali, sia che vengano usate come modo di dire (“questo test era così ritardato!). Secondo r.word.org queste due parole vengono usate da tutti nella società odierna per degradare e insultare persone con difficoltà intellettive. Inoltre, quando queste vengono usate come sinonimo per “idiota” o “stupido” da persone senza disabilità, questo rinforza il doloroso stereotipo sul fatto che le persone con disabilità siano membri della società con meno valore. Può essere difficile cambiare le parole che usiamo senza pensarci, ma vale lo sforzo.

Va bene fare domande. (E se non conoscete le risposte chiedete a me): i bambini sono curiosi per natura. Non dovete zittire un bimbo che fa domande sulla disabilità. Se non avete le risposte va bene lo stesso. Non tiratevi addosso troppa pressione, ma sentitevi liberi di girare la domanda ai genitori del bimbo. Dopotutto non è un segreto che le mamme amino parlare dei loro figli. Per piacere chiedete a noi! Adoriamo colmare la distanza tra i nostri bimbi e i vostri. Inoltre ricordate, di evitare le parole “malato” e “sbagliato” quando parlate dei bimbi con disabilità? Bene, quella regola non si applica quando proviene da un bimbo piccolo. Io mi aspetto che un bimbo chieda “che cosa c’è di sbagliato in lui? Perché non può parlare come me?” Loro non conoscono ancora le parole giuste e questo va bene. Sarò felice di aiutarli a impararle.

Cercare risorse: molte trasmissioni per bambini hanno un episodio o due con bambini che hanno delle disabilità come “i vicini della tigre Daniel” e l’episodio “il nuovo amico di Daniel”. Anche Sesame Street qualche volta presenta bimbi con disabilità. Esistono anche tanti libri con personaggi affetti da disabilità.

Il modo migliore per insegnare qualcosa ai bambini è dare l’esempio. Se vedete un bimbo con bisogni speciali sorridete e dite “ciao”. Parlate ai genitori. Se vi avvicinate in modo naturale e amichevole, sarà più facile per vostro figlio o vostra figlia fare la stessa cosa. Alla fine vogliamo la stessa cosa: essere visti e stimati. Questa non è una lezione importante per i vostri figli?

Unimamme voi e i vostri figli vi siete mai trovati in una situazione simile? Questi consigli vi aiuteranno? Noi siamo convinte di si!

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