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Attualità

Il gesto d’intesa tra un nuotatore e il padre alle Olimpiadi indigna il mondo

Published by
Michele

Il rapporto tra un padre e un figlio è sempre qualcosa di speciale e unico. Un legame che si costruisce nel tempo, rispetto a quello indissolubile con la madre più naturale e fisico, dimostrato anche dalla scienza. Un papà, però, durante la crescita di un bambino, diventa una figura di riferimento, da cui prendere ispirazione e a cui mirare, sperando di diventare il più simile possibile a lui.

L’uomo allo stesso tempo, ha il compito di accompagnarlo durante la sua crescita, portandolo a scoprire il mondo, sostenendolo nei momenti di difficoltà e credendo nelle sue possibilità quando si pone degli obiettivi. Nascono così dei rituali, dei gesti comprensibili solamente ai due che li compiono, ma che esprimono il rispetto e la stima che provano l’uno per l’altro. Una strizzatina d’occhio, un leggero ammiccamento o anche un semplice sorriso sincero.

Nessun gesto però è come quello che si scambiano il nuotatore canadese Santo Condorelli e suo padre.

Un gesto equivocabile come rituale tra padre e figlio

Le olimpiadi sono sempre un terreno molto proficuo per scoprire rituali strani, atteggiamenti fuori dal comune e gesti scaramantici. Il nuotatore Santo Condorelli, della nazionale canadese, ha stupito il mondo intero quando, prima dell’inizio della gara, si è fatto cogliere dalle telecamere a mostrare il dito medio, gesto universale per mandare a quel paese (nella sua versione più volgare) qualcuno. L’opinione pubblica si è indignata, scambiandolo per un gesto poco sportivo rivolto forse agli avversari o addirittura al pubblico presente e collegato via etere. In realtà la spiegazione è molto più intima e dolce, raccontata dal sito Swim Swam.

Quel gesto interpretato negativamente, infatti, racchiude al suo interno una storia molto personale che vede protagonisti l’atleta e suo padre Joseph che, vedendo le polemiche alzatesi nei confronti del figlio, ha spiegato in un’intervista.

Quando Santo aveva solo 8 anni, si allenava già durante per diventare un grande nuotatore. Il confronto con gli altri atleti, tutti più grandi e meglio allenati, però era molto duro e il bambino usciva sempre sconfitto da tutte le gare a cui partecipava.

Vedendo lo sconforto del figlio, Joseph decise di parlargli in privato e motivarlo. Gli consigliò allora di cambiare il suo atteggiamento mentale. “Quando arrivi sui blocchi, libera la tua mente e nuota come se non ci fosse nessuno vicino a te” spiegò l’uomo. Quando Santo chiese come si facesse a fare questo, Joseph rispose semplicemente “Beh, digli ‘f*****o”. E così fece Santo.

Naturalmente non direttamente ai compagni ma in modo molto più semplice. Alla gara successiva, l’atleta salì sui blocchi e guardando in direzione del padre, gli mostrò il dito medio. Il padre capì che quel gesto voleva dire che aveva capito e stava seguendo il suo consiglio, per questo anche lui rispose con lo stesso gesto. Quel semplice consiglio ha permesso a Santo di trovare il giusto atteggiamento, di superare le sue paure e che oggi lo ha portato fino alle Olimpiadi.

Un simbolo dell’intesa che c’è tra padre e figlio, di stima reciproca, ma anche un gesto scaramantico, da ripetere a ogni gara a prescindere che si tratti di una piccola gara regionale o che si abbia il mondo intero a guardarci e a equivocare. Nonostante questa spiegazione, compresa pienamente dall’opinione pubblica, non è possibile ammettere che a ogni gara venga mostrato quel dito medio, all’interno di una manifestazione sportiva così grande, importante, seguita da adulti ma anche da bambini. Nonostante il divieto, però, per Santo è impossibile rinunciare a quel gesto così importante, sia per lo spirito del bambino che dell’atleta. Il ragazzo allora, ha deciso di iniziare a grattarsi la testa e a spingersi gli occhialini sul naso in modo non convenzionale. Dopotutto chi ha detto che queste azioni debbano essere eseguite obbligatoriamente con il dito indice?

Nonostante la storia divertente ed emozionante che ha visto protagonista Santo Condorelli, a noi genitori rimane un insegnamento fondamentale. È bellissimo vedere come gli insegnamenti di un padre, che ha lavorato giorno dopo giorno per aiutare nella crescita il proprio figlio, rimangano nel tempo. Allo stesso tempo, vediamo come quando un padre rimane vicino a un bambino, credendo in lui, ascoltandolo, consigliandolo senza obbligarlo, lo rende un uomo di successo, sicuro di sé e di talento. Un percorso che ogni genitore dovrebbe aspirare di percorre, consapevole che si materializzerà non per puro caso, ma lavorando ogni istante per il bene del figlio. E se qualche papà dovesse aver difficoltà a creare questo rapporto, ecco alcuni consigli utili.

E voi unigenitori, avete dei gesti personali con i vostri figli? Raccontateci la vostra storia.

Michele

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