Osservare come cambia la placenta in tempo reale è ora possibile

placenta
Le cellule del rivestimento uterino durante la gravidanza, che formano il lato materno della placenta. Photo credit: Jubal Harshaw

La placenta è un organo affascinate dalle molteplici funzioni. Ora però sono stati compiuti studi più approfonditi su di essa.

Placenta: nuovi studi

Secondo  Catherine Spong, ostetrica e ginecologa del National Institute of Child Health and Human Development (NICHD), la placenta è un organo ancora troppo poco studiato.

Tra i diversi compiti che svolge, la placenta:

  • sostiene lo sviluppo del feto,
  • attraverso il cordone ombelicale fa arrivare nutrimento e ossigeno al bambino,
  • elimina i rifiuti,
  • regola la temperatura fetale,
  • produce ormoni.

Nel corso degli ultimi anni i ricercatori del National Institute of Health’s Human Placenta Project hanno cercato di indagare in dettaglio meglio la placenta in tempo reale.

La maggior parte delle cose che sappiamo le conosciamo grazie agli studi compiuti sulla placenta completa.

“In un certo senso guardare la placenta dopo la gravidanza è come cercare il ceppo del tronco di un albero cercando di capire com’era quando era un alberello, come cresce il feto, lo fa anche la placenta, è molto diversa a 20, 30 e 40 settimane“.

Nel corso della gravidanza la placenta diventa sempre più grande. Non cambia solo la struttura ma anche le funzioni:

  • nei primi mesi di gravidanza le cellule della placenta invadono il rivestimento uterino
  • con il passare delle settimane la placenta rimuove i rifiuti come reni e fegato
  • e provvede ad ossigenare i polmoni.

Solitamente quando si hanno gravi problemi in gravidanza questi dipendono dalla placenta, purtroppo spesso è impossibile capire cos’è andato male.

Molti dei problemi come l’ipertensione o la restrizione della crescita del bimbo possono ricondursi a un problema di ossigenazione. Il problema è che nessuno conosce l’ossigenazione standard della placenta in una gravidanza normale.

Anderson e i suoi hanno ideato un congegno che può essere piazzato sull’addome della donna e usa gli infrarossi per rilevare l’ossigenazione placentare in tempo reale, come una sorta di fitbit, un rilevatore usato nell’attività fisica.

Si tratta quindi di un intervento non invasivo. “Ogni misurazione può nuocere al bambino. La cosa buona nel nostro apparecchio è che il livello di luce che inviamo è quello di una torcia elettrica. Inoltre è portatile, senza fili, sicuro” dichiara Amir Gandjbakhche, capo del Analytical and Functional Biophotonics presso l’NCHD sul The Atlantic.

Le potenzialità di questo apparecchio sono enormi, per esempio potrebbe aiutare le mamme che hanno una gravidanza a rischio.

Voi cosa ne pensate unimamme?

Impostazioni privacy