“Perché gli uomini abbandonano la famiglia?”: lo spiega un medico

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Un problema molto serio che esiste da sempre è quello degli uomini che abbandonano la famiglia. Una fuga dalle responsabilità, l’insostenibilità della vita di coppia o l’incapacità di gestire le relazioni familiari. Le motivazioni sono numerose. Certo è che si tratta di esperienze dolorose per chi le vive, soprattutto per i figli.

Secondo alcuni, tuttavia, alla base dell’abbandono della famiglia da parte di un uomo ci sarebbero delle cause più profonde. Questioni irrisolte e ferite profonde, risalenti indietro nel tempo, che tornerebbero in superficie proprio quando si diventa genitori e sorgono delle responsabilità familiari.

Con la nascita di un figlio un uomo si troverebbe di fronte alla difficoltà di creare un vero legame profondo a causa di mancanze e ferite psicologiche di cui sarebbe stato a sua volta vittima da bambino.

A sostenerlo è un medico americano, John W. Travis, in un articolo pubblicato ormai diversi anni fa, ma che suscita ancora un certo interesse e solleva interessanti questioni. “Why men leave” è un libro e dà anche il titolo a un intervento di Travis, pubblicato sul portale kindredmedia.org, un sito web no profit che si occupa di temi relativi all’infanzia e all’essere genitori. Il sito propone punti di vista originali sulle questioni relative all’infanzia e sui problemi dei bambini. Interventi che stimolano riflessioni.

Gli uomini abbandonano la famiglia per problemi irrisolti e profondi legati alla prima infanzia

Partendo dalla sua esperienza, da una lunga battaglia contro la depressione, un matrimonio naufragato e una figlia abbandonata, John W. Travis è giunto alla conclusione che gli uomini che abbandonano la famiglia lo fanno a causa di problemi profondi e irrisolti che hanno origine nella prima infanzia. Problemi che riguardano soprattutto la mancanza di un autentico legame con i genitori e di un vero nutrimento, sia fisico che psicologico.

Travis mette sotto accusa la società in cui viviamo, i ritmi e le richieste che impone, allontanando i membri di una famiglia. Quello che il medico critica è la mancanza di legami profondi e autentici, dovuta al modello culturale contemporaneo delle società occidentali, soprattutto Nord europee. Il distacco, la freddezza nei rapporti, la mancanza di tempo, provocherebbero un distacco dai bisogni più profondi, soprattutto nei bambini.

Il dottor Travis attacca la mancanza di un autentico legame nelle famiglie di oggi. Punta il dito soprattutto contro la famiglia nucleare, quella formata da madre, padre e figlio o figli. Rivaluta invece l’importanza delle famiglie allargate di una volta, quelle delle società rurali o del Sud del mondo. L’importanza della tribù, dove tutti si aiutano uno con l’altro e i rapporti sono più stretti, autentici.

Nella famiglia nucleare, che Travis definisce nuclear family disaster (NFD), famiglia disastro nucleare, tutto questo manca. Una situazione difficile soprattutto per le donne, che nelle famiglie ristrette hanno troppe incombenze e non riescono ad occuparsi di sé stesse e delle loro necessità.

Il bisogno profondo di affetto e di legami solidi si manifesta fin dalla nascita. I bambini piccoli necessitano del contatto e del calore della madre. Hanno bisogno di essere coccolati, cullati in braccio e allattati al seno.

Travis ad esempio ritiene responsabile della sua depressione il trattamento che ha ricevuto appena nato. Il trauma della nascita e i metodi sbrigativi dei medici dell’epoca – è nato nel 1943. Il fatto che sia stato lasciato su un tavolo, con una gelida copertina e non messo in braccio al caldo petto della donna che lo aveva partorito. Soprattutto, accusa il fatto di essere stato nutrito con latte artificiale, invece che al seno. Non è stata colpa di sua madre, spiega, allora si faceva così.

L’eccessiva medicalizzazione della nascita, la mancanza di un vero e profondo contatto tra neonato e mamma, i rapporti fugaci e sbrigativi a cui siamo costretti dai tempi e dalla cultura di oggi creano un distacco dagli affetti e privano le persone fin da piccole di quel nutrimento di cui hanno fondamentale bisogno. Il contatto fisico, le coccole, il tempo dedicato alla cura, all’affetto e alle esigenze delle persone fin da piccole sono fondamentali.

Se tutto questo manca da bambini, le persone subiscono una sorta di strappo, soffrono ferite profonde che le segneranno per tutta la vita, con depressione, comportamenti socialmente devianti e violenti, dipendenze da droghe, alcol, gioco d’azzardo. A farne le spese sarebbero soprattutto gli uomini, che Travis definisce più deboli delle donne.

Gli uomini avrebbero bisogno di instaurare un legame profondo con la madre fin da piccoli, altrimenti finirebbero per cercare la figura materna nelle altre donne da adulti. Con l’impossibilità di soddisfare questa esigenza. Per le donne, invece, è diverso. Qualora questo legame profondo fosse mancato nella loro prima infanzia, possono recuperarlo con la gravidanza.

Quando nella prima infanzia di un uomo manca il nutrimento e il legame profondo dell’affetto dei suoi genitori, e della madre in particolare, quell’uomo difficilmente riuscirà ad instaurare relazioni positive da adulto. Difficilmente potrà essere a sua volta un buon genitore, capace di instaurare un autentico legame affettivo con i propri figli. Ecco perché, secondo Travis gli uomini abbandonano la famiglia. Alle volte non c’è nemmeno bisogno di lasciarla, perché un padre può esserci fisicamente, ma essere assente dal punto di vista affettivo.

Teorie originali che fanno pensare e riflettere sui rapporti umani da una prospettiva insolita.

Voi unimamme che ne pensate? Avete riflettuto sul rapporto affettivo instaurato con i vostri figli?

Noi vi ricordiamo il nostro articolo sull’articolo sulle conseguenze per i figli di un padre assente.

VIDEO: Il padre assente e la società senza padri (di Claudio Risè)

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