Alfie Evans verrà staccato dal respiratore. Il padre: ‘è stato condannato’

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Alfie Evans (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Alfie Evans, il bimbo inglese in coma da oltre un anno, verrà staccato dal respiratore. Le drammatiche parole del padre: “È stato condannato”

Il destino è segnato per il piccolo Alfie Evans, dopo che diversi tribunali, compresa la Corte europea dei diritti dell’uomo, hanno deciso che i medici potevano staccare la spina al bambino gravemente malato, ora il giudice dell’Alta Corte britannica ha stabilito la data in cui questo avverrà.

I genitori sono disperati, le hanno provate tutte e il loro desiderio di portare il piccolo Alfie all’estero, per nuove cure, non è stato esaudito.

Alfie Evans verrà staccato dal respiratore: è deciso

Tom e Kate, i giovani genitori del piccolo Alfie Evans, il bambino inglese da oltre un anno in coma per una grave condizione neurologica degenerativa, hanno combattuto con tutte le forze per non far staccare le macchine che tengono in vita il loro bambino.

Alfie, che ha 23 mesi, è attaccato al respiratore e alle macchine per la nutrizione e l’idratazione dal dicembre del 2016, quando fu portato in ospedale per una grave infezione al petto che gli causò convulsioni fino a mandarlo in coma. Il bambino è stato ricoverato all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool e da allora è rimasto lì, in coma, nel reparto di terapia intensiva. Il piccolo Alfie è in stato semi vegetativo e non ha alcuna possibilità di riprendersi, spiegano i medici, perché i danni cerebrali che ha subito sono estesi e irreversibili. Quei pochi movimenti che compie sono solo un riflesso, secondo i medici, poiché l’attività del cervello di Alfie è di fatto assente, stimolata solo dalle macchine per le funzioni vitali.

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Dopo lunghi mesi trascorsi in questa situazione, i medici dell’ospedale di Liverpool hanno deciso che era arrivato il momento di staccare le macchine al piccolo Alfie e farlo morire serenamente, perché e tenerlo in vita in questo modo andrebbe contro il suo stesso interesse. Non è vita, hanno affermato i medici, non è una vita dignitosa.

I genitori del bambino, con l’appoggio dei familiari e dei sostenitori di Alfie, hanno intrapreso una difficile e dolorosa battaglia legale, per strappare Alfie a morte certa e avere più tempo per un’ulteriore diagnosi e portare il bambino a curarsi all’estero, tra le ipotesi c’era l’Ospedale Bambino Gesù di Roma. L’iter giudiziario, però, ha visto sempre sconfitti i genitori, prima davanti all’Alta Corte, poi in appello e infine davanti alla Corte Suprema di Londra e alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che hanno dichiarato inammissibile il ricorso dei genitori di Alfie senza valutarlo nel merito.

A quel punto per i genitori di Alfie non c’era più niente da fare se non sperare in un miracolo e in un ripensamento dell’ultimo minuto da parte dell’Ospedale Alder Hey. Così non è stato, nonostante la famiglia di Alfie per un momento ci avesse creduto. Il tweet di solidarietà inviato da Papa Francesco aveva dato ai genitori di Alfie sollievo e incoraggiamento.

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Alfie Evans con i genitori (www.facebook.com/groups/alfiesarmy)

Alla fine, l’ospedale di Liverpool ha proseguito per la sua strada e, non trovando un accordo con i genitori sulle modalità e la data per l’interruzione delle cure al piccolo Alfie, si è rivolto nuovamente all’Alta Corte per la messa in atto della procedura del distacco delle macchine.

Stabilita la data in cui saranno interrotte le cure ad Alfie Evans

Nella giornata di mercoledì 11 aprile si è tenuta l’udienza davanti all’Alta Corte per decidere la data in cui verranno cessate le cure per il piccolo Alfie e staccate le macchine che lo tengono in vita. ll giudice Hayden, che già si era pronunciato sul caso del bambino, ha stabilito una data, che tuttavia non è stata resa pubblica per questioni legali.

I genitori Tom e Kate sono comprensibilmente sconvolti.

Il giudice che ha preso la difficile decisione sul caso di Alfie Evans ha dichiarato all’Echo di Liverpool che le evidenze mediche hanno provato come il cervello del bambino fosse irrimediabilmente compromesso e le connessioni cerebrali fossero state cancellate. La vita di Alfie era diventata “inutile”, ha spiegato il giudice, sottolineando che ora il bambino ha diritto alla privacy alla fine della sua vita, dopo essere stato esposto al pubblico dominio.

Un auspicio sollevato anche dall’ospedale Alder Hey, che ha chiesto di rispettare la privacy della famiglia di Alfie e ha aggiunto che non verranno più rilasciate dichiarazioni sulla vicenda.

Nell’ultimo messaggio pubblicato sul gruppo Facebook Alfie’s Army, a sostegno della causa di Alfie, papà Tom ha raccontato il 10 aprile, il giorno prima dell’udienza davanti all’Alta Corte, delle condizioni del figlio e di essere stato avvisato dal team legale che il giudice Hayden aveva fissato l’11 aprile come data per fissare l’udienza, nonostante il team avesse chiesto più tempo. E conclude dicendo che il figlio non dovrebbe essere in ospedale a Liverpool, ma in Italia o almeno a casa con loro.

Difficile commentare queste parole unimamme, è tutto molto, troppo triste.

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