Aumentati i suicidi tra gli adolescenti: accusata una serie tv su Netflix

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(iStock)

La serie tv americana “Tredici“, “13 Reasons Why“, di Netflix è sotto accusa per aver fatto aumentare i suicidi tra gli adolescenti negli Stati Uniti. A rilevarlo è uno studio scientifico condotto dai ricercatori di università, ospedali e del National Institute of Mental Health (NIMH), Istituto nazionale di salute mentale, negli Stati Uniti. I risultati dello studio hanno sollevato le preoccupazioni dei ricercatori e aperto un dibattito negli Usa.

La serie tv Tredici e l’aumento di suicidi tra gli adolescenti americani

Tredici“, titolo originale “13 Reasons Why” è una serie tv di Netflix, piattaforma di trasmissione in streaming di film e serie, che racconta la storia di una ragazza che si toglie la vita e lascia dietro di lei 13 registrazioni in ognuna delle quali spiega un motivo per il quale si è uccisa. La serie tv è stata accolta favorevolmente dalla critica specializzata, tuttavia, ha sollevato diverse domande sul modo di rappresentare il suicidio e come questo possa influenzare i giovani spettatori.

Il primo episodio della serie è stato trasmesso il 31 marzo del 2017. Nel successivo mese di aprile il tasso dei suicidi tra giovani americani dai 10 ai 17 anni ha avuto un incremento del 28,9%. Un aumento che è stato accertato, tenendo conto delle tendenze in atto nei tassi di suicidio, da uno studio appena pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.

Il numero dei suicidi registrati ad aprile 2017 negli Stati Uniti è stato maggiore del numero di quelli avvenuti in ciascun singolo mese durante il periodo di cinque anni analizzato dai ricercatori. Esaminando i dati sui suicidi in base al sesso, i ricercatori hanno scoperto che l’incremento nel tasso dei suicidi riguardava soprattutto aumenti significativi tra i giovani maschi. Mentre per le femmine i tassi di suicidio salivano dopo la trasmissione della serie tv, ma l’aumento non era statisticamente rilevante.

Queste scoperte hanno evidenziato la necessità di ricorrere a buone pratiche quando si rappresenta il suicidio negli spettacoli popolari e sui media. L’autrice dello studio, la professoressa Lisa Horowitz, ricercatrice del National Institute of Mental Health, ha osservato che “i risultati dovrebbero aumentare la consapevolezza che i giovani sono particolarmente sensibili ai media“. “Tutte le discipline, inclusi i media, devono preoccuparsi di essere costruttive e ponderate su argomenti che toccano questioni di salute pubblica“.

Per comprendere l’impatto della serie tv “Tredici” sui tassi di suicidio, i ricercatori hanno analizzato i dati annuali e mensili sui decessi causati da suicidio provenienti dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Questi dati comprendono le informazioni sulle morti di individui tra i 10 e i 64 anni di età, avvenute tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2017, un intervallo di tempo che comprende il periodo precedente e successivo alla pubblicazione della serie tv “Tredici”.

I ricercatori hanno esaminato i tassi di suicidio nel periodo successivo alla messa in onda della serie tv, per verificare se fossero maggiori di quanto ci aspettasse sulla base del conteggio dei suicidi e delle tendenze degli anni precedenti. Gli studiosi hanno scoperto che i tassi di suicidio tra i 10 e i 17 anni di età erano molto più alti nei mesi di aprile, giugno e dicembre 2017 di quelli attesi sulla base dei dati del passato. Questo aumento si è tradotto in ulteriori 195 suicidi, stimati tra il 1° aprile 2017 e il 31 dicembre 2017. Anche il tasso per il mese di marzo 2017, il mese prima alla messa in onda di “13 Reasons Why”,  è stato più alto delle previsioni. I ricercatori hanno osservato che la serie fu molto pubblicizzata nel mese di marzo, esponendo il pubblico all’anteprima e al contenuto attraverso i trailer.

Al contrario, lo studio non ha trovato differenze significative nelle tendenze dei tassi di suicidio nelle persone tra i 18 e i 64 anni. Come termine di paragone, i ricercatori hanno anche analizzato le morti per omicidio nello stesso periodo, per stabilire se altri avvenimenti sociali o ambientali dopo la trasmissione della serie possano aver influenzato i tassi dei suicidi. Il tasso degli omicidi, infatti, può essere influenzato da alcuni degli stessi fattori sociali e ambientali dei suicidi. Tuttavia, lo studio non ha trovato cambiamenti significativi negli omicidi dopo la trasmissione della serie tv. Il fatto che non ci siano stati cambiamenti nei tassi degli omicidi, dopo la pubblicazione di “Tredici”, rafforza la convinzione che i cambiamenti nei tassi dei suicidi siano stati influenzati dalla serie tv e non da altri fattori ambientali o sociali che si sono verificati in quel periodo.

Le scoperte dello studio confermano che i ragazzi possono essere particolarmente sensibili al modo in cui il suicidio viene rappresentato negli spettacoli popolari e sui media. Questo crescente riconoscimento dell’influenza degli spettacoli e dei media ha portato numerosi gruppi, enti e associazioni, come la National Action Alliance for Suicide Prevention, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e suicide.org, a creare buone pratiche per parlare e rappresentare il suicidio sullo schermo. Queste linee guida raccomandano, per esempio, che i media dello spettacolo debbano evitare di descrivere il metodo usato per un suicidio. Questi media vengono, inoltre, sollecitati a trasmettere il messaggio che un aiuto è possibile e devono includere informazioni accurate sul modo in cui la gente può cercare aiuto.

Va precisato, infine, che lo studio, citato da EurekAlert!, presenta diverse limitazioni. Per esempio, ha utilizzato un modello quasi sperimentale che impedisce ai ricercatori di stabilire un nesso causale tra la serie tv “13 Reasons Why” e i cambiamenti osservati nei tassi di suicidi. Inoltre, i ricercatori non possono escludere la possibilità che altri eventi o fattori non considerati possano avere influenzato i tassi dei suicidi nello stesso periodo. In ogni caso, i risultati dello studio devono servire come un promemoria per essere consapevoli dei possibili effetti involontari nella rappresentazione del suicidio e un richiamo all’industria dello spettacolo e ai media ad usare le migliori pratiche quando trattano di questo argomento.

La seconda edizione delle serie “Tredici” è stata trasmessa a maggio 2018, una terza edizione è in lavorazione e dovrebbe uscire alla fine dell’anno (negli Usa). A seguito delle critiche sollevate dalla serie tv, Netflix ha inserito un avviso per i contenuti trattati all’inizio del primo episodio. La piattaforma di streaming ha anche aperto uno spazio sul web, 13reasonswhy.info, che offre assistenza a tutti coloro che si avvicinano a pensieri di suicidio.

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