Giornata mondiale contro il cancro 2020 | Il futuro dei tumori e la situazione in Italia

Giornata mondiale contro il cancro 2020: i tumori aumenteranno in futuro, ma in Italia la sopravvivenza è elevata.

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Giornata mondiale contro il cancro | Tumori in aumento in futuro – Universomamma.it

Il 4 febbraio ricorre la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day, promossa dalla UICC – Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui tumori e migliorare le conoscenze in merito. Con questa giornata dedicata non si vuole solo aumentare la conoscenza e la sensibilità in fatto di cancro, ma anche promuovere l’azione dei singoli individui, della collettività e dei governi affinché si prendano misure concrete di prevenzione e si migliorino le cure. L’obiettivo finale è quello di salvare più vite possibili.

L’Italia per una volta tanto fa registrare delle buone performance in questo campo. Siamo infatti ai primi posti in Europa nella cura al cancro, con la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi più alta rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.

Non bisogna, tuttavia, abbassare la guardia perché, come fanno sapere gli esperti dell’OMS, “il mondo vedrà un aumento del 60% dei casi di tumore nei prossimi 20 anni“. Ecco cosa bisogna sapere.

Giornata mondiale contro il cancro 2020: buoni i dati dell’Italia

Il 4 febbraio è il World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro fondata nel 2000 e quest’anno giunta al ventesimo anniversario. Un traguardo importante per una ricorrenza che non vuole essere meramente di sensibilizzazione sui tumori, ma include anche un invito all’azione e all’impegno personale, associazionistico e istituzionale. Con la Giornata, infatti, si vuole sottolineare l’importanza dell’agire individuale e dell’impegno in prima persona sulla prevenzione dei tumori e di quello istituzionale per migliorare l’accesso agli screening oncologici. Non a caso lo slogan del World Cancer Day è “I Am and I Will“, “Io sono e Io farò“, valido per il triennio 2019-2021.

Una sollecitazione all’impegno di tutti, dunque, aumentando la consapevolezza sulla malattia in modo che le persone riconoscano meglio i sintomi, facciano prevenzione, evitino i comportamenti a rischio. Se le istituzioni sono chiamate a migliorare gli screening e le cure, estendendole soprattutto alle persone più fragili e alle popolazioni più povere, stanziando risorse e portando avanti anche campagne di prevenzione, sta anche al singolo comportarsi in modo responsabile e prendersi cura della propria salute.

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Ogni anno, per la Giornata mondiale contro il cancro, centinaia di attività ed eventi si svolgono in tutto il mondo e riuniscono comunità, organizzazioni e individui nelle scuole, nelle aziende, negli ospedali, nei mercati, nei parchi, nelle sale comuni, nei luoghi di culto – nelle strade e online – ricordandoci che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere nel ridurre l’impatto globale del cancro. Come spiegano i promotori sul sito web ufficiale del World Cancer Day, l’obiettivo è quello di lavorare affinché siano evitate milioni di morti per cancro prevenibili e perché sia garantito l’accesso alle cure per tutti, non importa chi tu sia o dove vivi.

L’obiettivo ultimo e ambizioso è quello di ridurre di un terzo il numero di decessi prematuri per cancro e malattie non trasmissibili entro il 2030.

Bisogna fare in fretta, però, perché il numero dei casi di tumore è destinato a crescere nei prossimi anni. Secondo gli esperti dell’OMS si avrà un aumento del 60% in 20 anni. La crescita maggiore, stimata all’81% di nuovi casi, si verificherà nei Paesi a basso e medio reddito, dove i tassi di sopravvivenza sono i più bassi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “inaccettabile il gap tra i Paesi” e delinea i “passi per salvare 7 milioni di vite” dai tumori in 10 anni, come riporta Ansa.

Se i numeri per il futuro devono farci preoccupare ma allo stesso tempo agire, come recita lo slogan della Giornata mondiale contro il cancro, allo stesso tempo possiamo essere soddisfatti dei buoni dati dell’Italia, sulla sopravvivenza dopo la diagnosi e sull’assistenza ai malati di tumore.  L’Italia, infatti è oggi ai vertici in Europa, riguardo all’assistenza ai malati, in linea con Paesi come Francia e Germania e meglio anche del Regno Unito. Nel nostro Paese negli ultimi 10 anni il numero dei pazienti vivi dopo la diagnosi di cancro è aumentato del 53%: erano 2 milioni 250 mila nel 2010, oggi sono 3 milioni 460 mila.

Come segnala il Ministero della Salute, secondo il rapporto “State of Health in the Eu: Italy. Country Health Profile 2019“, curato da esperti dell’Ocse e dell’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, in collaborazione con la Commissione Europea, i dati relativi alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di cancro tra il 2010 e il 2014, indicano che:

  • per il cancro della prostata in Italia la sopravvivenza è del 90% contro una media dell’87% nel resto d’Europa.
  • per il cancro al seno la sopravvivenza nel nostro Paese è dell’86% contro l’83% europeo.
  • per il tumore al colon il dato sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia si attesta al 64%, rispetto al 60% europeo
  • per le neoplasie al polmone la sopravvivenza è del 16%, rispetto alla media UE del 15%.

Risultati che dimostrano, come evidenzia il Report, “che il sistema sanitario nazionale fornisce di norma cure efficaci e tempestive per i pazienti oncologici“.

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Non mancano, tuttavia, i punti critici, evidenziati da Giordano Beretta, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom): nel nostro Paese “sono ancora troppe le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud, alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo, alla disponibilità solo in alcune Regioni più virtuose di terapie efficaci e di test in grado di analizzare il profilo molecolare del tumore“.

Uno dei tanti esempi è lo screening del tumore al seno: “Al 100% in Lombardia, dove l’adesione delle donne fra 50 e 69 anni è del 60%”, spiega il Presidente Aiom, mentre “accade che in alcune zone del sud con l’attivazione al 20% aderisca solo il 20% delle donne. Nel primo caso su 100 donne sono comunque 60 quelle protette. Nel secondo caso sono solo 4“.

Numeri su cui bisogna ancora lavorare molto e proprio la Giornata contro il cancro è l’occasione giusta per iniziare a darsi da fare.

Siete d’accordo unimamme? Voi vi sottoponete regolarmente alla mammografia e agli altri controlli non solo per il tumore al seno ma anche per gli altri?

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