“Per sconfiggere il tumore ascoltate i medici”: la testimonianza di una mamma

Per sconfiggere il tumore ascoltate i medici. Il racconto di una mamma che ha combattuto contro il cancro tutta la vita.

Per sconfiggere il tumore ascoltate i medici | La testimonianza – Universomamma.it

L’esperienza del cancro segna un’intera vita, anche quando si guarisce il tumore rimane in qualche modo una sorta di compagno con cui abbiamo percorso un tratto di strada. Quando poi nella vita si affrontano più tumori diversi allora il legame si fa ancora più stretto e per non cedere alla rassegnazione occorre una forza morale straordinaria. Come quella che ha sempre avuto Simona, una donna che fin dall’età di 15 anni si è trovata a combattere con varie forme di tumore a diverse età ma per questo non ha rinunciato a costruirsi una sua vita.

Simona ha seguito il percorso di tante donne, gli studi, il lavoro, la famiglia e i figli. Nonostante le grosse difficoltà non ha lasciato che il tumore si prendesse anche i suoi sogni. L’insegnamento che ne possiamo trarre è sicuramente la grande tenacia che questa donna coraggiosa ha avuto nell’affrontare la malattia e nel perseguire comunque i suoi obiettivi. Un altro insegnamento fondamentale, però, è quello di avere fiducia nei medici. Il cancro, infatti, si combatte con gli strumenti terapeutici messi a punto dalla scienza medica. Chi ha dedicato una vita allo studio del corpo umano e del suo funzionamento, delle malattie e di come si manifestano, delle terapie per contrastarle, è l’unico di cui possiamo fidarci in un periodo in cui vanno di moda guru improvvisati e terapie alternative e pericolosissime.

Si sconfigge il tumore ascoltando i medici: la toccante testimonianza di una mamma

Simona aveva solo 15 anni, nel 1988, quando le fu diagnosticato il linfoma di Hodgkin. La malattia era già al secondo stadio, quando è stata visitata dagli specialisti i linfonodi ingrossati le avevano gonfiato molto il collo. La ragazza veniva da un lungo periodo di malattia, con un inverno passato a combattere contro la broncopolmonite. Si pensava, tuttavia, che si trattasse solo di una brutta infezione respiratoria che sia era prolungata, forse per colpa del freddo. Nessuno pensava al tumore. Anche i dolori intercostali di cui soffriva erano stati ritenuti un problema non grave, legato alla crescita. Grazie alla diagnosi del prof. Mandelli, Simona ha scoperto di avere un tumore e in seguito si è sottoposta alle cure presso il Policlinico Umberto I di Roma: chemioterapia e radioterapia. Le terapie standard, inevitabile per la cura del cancro, oggi come all’epoca, nonostante le modalità di somministrazione si siano evolute e perfezionate. Le cure sono iniziate nei mesi estivi, dalla fine di giugno alla fine di agosto. Un periodo durissimo, per gli effetti collaterali che comunque queste terapie comportano, per il caldo dei mesi estivi e anche perché per un’adolescente trascorrere i mesi delle vacanze in ospedale non è certo facile. La ragazza, però, non si data per vinta. Ha affrontato con grande coraggio il periodo di cure e per lei è stato possibile anche preservare la fertilità, che solitamente viene compromessa da queste terapie, grazie a un nuovo farmaco che si stava sperimentando all’epoca. Grazie alla professionalità del personale sanitario e all’affetto dei genitori, del fratello e di tutti gli altri parenti e amici, Simona ha potuto affrontare con maggiore forza questo periodo difficile e superarlo. “La sensazione di negatività c’era, ma non ho mai pensato di non farcela” ha raccontato Simona all’Ansa che ha riportato la sua storia.

Al rientro a scuola e senza capelli, a causa della chemioterapia, la ragazza ha avuto dei problemi. I compagni si sono allontanati da lei e hanno rifiutato i suoi inviti, c’era anche chi la prendeva in giro per la sua vistosa parrucca; all’epoca non c’erano parrucche naturali come quelle di oggi. Simona, però, non ha perduto tutti gli amici, accanto a lei è rimasta Michela, amica fedele.

Quella brutta esperienza, fortunatamente, si è conclusa in modo positivo. Simona a 16 anni è guarita dal tumore e per lei è finalmente iniziato il momento di vivere la vita come tutti gli altri suoi coetanei: gli studi, il lavoro e la famiglia.

Il tumore torna mentre è incinta ma rifiuta di abortire

Passano gli anni e Simona diventa mamma di una bambina, e tutto sembrava andare per il verso giusto. Nel 2005, però, quando era già incinta del secondo figlio, Simona ha scoperto di avere un altro tumore. Questa volta era un nodulo dietro un orecchio, un carcinoma cilindrinforme. Iniziava nuovamente il giro di visite mediche, test analisi. I medici le suggerivano di interrompere la gravidanza, per evitare problemi ormonali, ma Simona non ha voluto rinunciare al suo bambino. Fortunatamente ha trovato una ginecologa che l’ha sostenuta e aiutata nella sua scelta di tenere il bambino e insieme hanno intrapreso un nuovo percorso di cure. Simona si è sottoposta a un importante intervento chirurgico maxillo-facciale per la rimozione del tumore alla ventesima settimana di gestazione. Tutto è andato bene. Successivamente è nato il bambino e per Simona sembrava finalmente terminato il lungo via vai tra gli ospedali.

Non è stato così, nel 2012 è arrivata un’ennesima diagnosi di tumore, questa volta al seno. Sono ricominciati i viaggi verso gli studi medici, i laboratori analisi e gli ospedali, insieme a un nuovo ciclo di terapie. Anche questa volta tutto è andato bene. Simona è guarita anche da questo tumore e determinanti nella sua battaglia sono stati i suoi familiari e tutto l’affetto e il sostegno che le hanno dato. Una volta guarita Simona si è dedicata al volontariato nell’Ail, Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma. Qui ha trovato un’altra famiglia.

La sua è una storia di grande forza e coraggio, che tutti possiamo prendere da esempio. “Sono fortunata a poter raccontare la mia storia – ha detto Simona . quella contro una neoplasia è una lotta che ti pone davanti all’opportunità di vincere“. Un insegnamento molto importante di Simona, che poi è il suo “segreto”, è il seguente: “La prima cosa che consiglierei a chi sta affrontando ora la malattia è non pensare a cosa può succedere, lottare e attenersi a ciò che viene consigliato. I medici ci dicono quello che con la loro esperienza sanno“.

Che dire unimamme? Sono parole di cui dovremo fare tutti tesoro. Siete d’accordo?

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