Tragedia in mare: neonata di 4 mesi trovata morta in spiaggia | FOTO

Una bambina di 4 mesi è stata ritrovata cadavere sulla spiaggia di Sorman, in Libia. La piccola è vittima di un naufragio in cui sono morte 12 persone.

neonata di 4 mesi morta
Tragedia in mare neonata di 4 mesi trovata morta in spiaggia FOTO Universomamma.it

Sabato 13 giugno il corpo di una bambina di 4 mesi è stato rinvenuto sulla spiaggia di Sourman, sulle coste della Libia. La piccola è vittima di un naufragio in cui sono morte 12 persone che erano a bordo di un gommone inabissatosi.

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Cadavere di una neonata trovato su una costa libica

Il corpicino di una bimba di soli 4 mesi è stato rinvenuto sulla spiaggia di Sourman in Libia. Alcuni giorni prima vi era stato un naufragio in cui erano morte 12 persone  a poche miglia da Zawija. Tra le vittime c’erano due bambini. A dare la notizia è stata Alarm Phone, la piattaforma che offre assistenza telefonica ai migrandi durante le traversate nel Mediterraneo. “Il corpo di una neonata è stato ritrovato sulla spiaggia di Sorman. Mandiamo tanta forza e solidarietà alla famiglia e condanniamo queste infinite uccisioni ai confini d’Europa. Black Lives Matter, anche nel Mediterraneo” hanno scritto gli attivisti su Twitter.

Tragedia in mare neonata di 4 mesi trovata morta in spiaggia FOTO Universomamma.it

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La neonata indossava ancora una tutina azzurra con il disegno di un coniglietto. La bimba, purtroppo è una vittima della repressione delle migrazioni e dei trafficanti. Dall’inizio dell’anno sono state accertate 230 vittime nel Mediterraneo, nel tentivo di raggiungere le coste italiane. L’Italia ha intenzione di continuare a foraggiare la Guardia Costiera libica con 3 milioni in più nel 2020, nonostante numerose inchieste e testimonianze attestino la partecipazione della Guardia costiera libica nel traffico di esseri umani. Nei lager libici inoltre, dove vengono “rimpatriati” i migranti, uomini, donne e bambini sono vittime di torture e terribili abusi.

Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia commenta su The Globalist: “siamo al paradosso,  Mentre al largo delle coste libiche si continua a morire, come dimostra l’ennesima tragedia di pochi giorni fa, proprio il Governo che doveva segnare una discontinuità sulle politiche migratorie, con un “copia e incolla” della descrizione delle missioni nel dossier presentato al Parlamento negli anni precedentiaumenta gli stanziamenti alle autorità libiche e alla Guardia CostieraNon si ha notizia poi delle modifiche richieste al governo libico che a novembre hanno giustificato il rinnovo dell’accordo. In sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un paese dove “l’industria del contrabbando e tratta” è stata in parte convertita in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro”.

Nei centri di detenzione ufficiali libici ci sono attualmente 2 mila persone. In Libia ci sono 480 contagiati e sicuramente le carceri, luoghi sovraffollati, non sono la condizione ideale in un momento critico come questo. Sempre Pezzati sostiene che il momento di cessate il fuoco può essere il momento giusto per redigere un piano di evacuazione dei migranti, coordinato a livello europeo. Da parte sua l’Unicef sottolinea che, a fare le spese di questa situazione, come al solito, sono soprattutto i bambini. Purtroppo la situazione di insicurezza in cui si trova il Paese rende difficoltosi gli aiuti umanitari.

Fino al 27 marzo scorso 3818.888 persone sono fuggite dalla Libia nei Paesi confinanti, di questi solo 60 mila erano libici. Nell’area di Salloum, in Egitto, sono approdate 2100 persone tra cui 205 bambini, di questi 123 avevano meno di 5 anni. In Tunisia c’è il campo profughi di Shousha con 420 famiglie con oltre 150 bambini. Chiediamo che si apra un corridoio umanitario per assistere la popolazione in Libia” ha dichiarato la rappresentante dell’Unicef in Tunisia, Maria Luisa Fornara. Ci sono poi 60 mila bambini rifugiati e migranti nelle aree urbane, di cui 15 mila non accompagnati e quindi molto vulnerabili. Una volta entrati in Libia, i migranti che ce l’hanno fatta ad arrivare lì possono subire torture, vengono privati della libertà, possono subire violenze sessuali e stupri o essere ridutto in schiavitù. Il corpicino della bimba sconosciuta è stato poi sepolto dalla Mezzaluna Rossa di Sorman. I volontari hanno lavato il corpo della bimba, lo hanno vestito di seta con un abito della tradizione libica, per darle una sepoltura degna di un essere umano. Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda di cui si ha notizia tramite Al Hafad News?

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