Da uno studio dell’Università Bocconi emerge che aiutare i Paesi più svantaggiati in un questa particolare situazione può avere notevoli benefici.
Unimamme, nel grande dibattito circa i vaccini, la loro approvazione, la distribuzione, ecc.. si parla poco dei Paesi in via di sviluppo.
Eppure anche questi giocano un ruolo cruciale dal momento che stiamo parlando di una pandemia.
A dimostrarlo è uno studio condotto da Alessia Melegaro, direttore del Covid Crisis Lab dell’università Bocconi insieme a 9 coautori di università europee e americane.
Sono dunque state fatte diverse simulazioni per osservare quali sarebbero stati gli effetti negli Usa se ci fossero stati alcuni casi di Covid importati da altri Paesi.
Ecco come si è svolto lo studio, sono state prese in discussione tre ipotesi:
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per ognuna di queste situazioni sono stati considerati 3 scenari:
I ricercatori si sono chiesti quale sia lo scenario in cui conviene donare fiale.
La risposta giusta è quando la popolazione ha raggiunto l’immunità di gregge.
A quel punto sta nell’interesse dei Paesi più ricchi donare dosi ai Paesi svantaggiati, che non ne hanno e che possono ancora infettarsi.
In questo scenario è importante che il Paese più ricco doni all’altro i vaccini per ridurre la mortalità e le infezioni in entrambe le nazioni.
Usare il vaccino in America ridurrebbe il vaccino di 2/3, donare invece i vaccini al Paese straniero impedirebbe la diffusione del Covid in entrambi i Paesi.
Lo scienziato Melegaro, su Repubblica, sottolinea: “è importante notare che man mano che la vaccinazione si diffonde nei paesi ricchi, dove il peso del Covid è attualmente più alto, una strategia cooperativa e altruista permetterà non solo a questi paesi di mantenere aperte le proprie frontiere e di evitare le perdite economiche legate alla chiusura dei confini, ma anche ai paesi a basso e medio reddito di contenere meglio la diffusione locale e globale del virus”.
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Infine ricordiamo che questo studio non è ancora stato pubblicato.
Insomma da un atto di generosità c’è tutto da guadagnare.
Unimamme, voi cosa ne pensate?
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