Influenza o Covid? Finalmente ci sarà chiarezza

Dopo tre anni dall’inizio della pandemia ancora c’è confusione tra influenza e Covid. Un nuovo test però potrebbe risolvere i dubbi in pochi secondi. 

Le code infinite per i tamponi, l’attesa agitata per i risultati…tutti ricordi fin troppo vividi dei primi tempi della pandemia. Fino al tampone rapido si era costretti a stare in isolamento prima di scoprire il risultato, e comunque c’era la questione dei sintomi comuni con altri disturbi. Il Covid-19 del resto fa parte dei coronavirus, che in quanto responsabili di infezioni respiratorie provocano sempre bruciore alla gola e naso chiuso all’inizio.

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Basta dubbi angosciosi per qualche linea di febbre. (universomamma.it)

Per fugare ogni dubbio senza dover uscire di casa all’Università del Texas i ricercatori hanno elaborato un sistema di test praticamente istantaneo. La novità è stata presentata nel corso di un meeting da parte dell’American Chemical Society (ACS). Si tratta di una società che vanta quasi un secolo e mezzo di storia e che raggruppa decine di migliaia di esperti ingegneri chimici e scienziati di rilievo degli USA.

Il dispositivo creato si basa su un sensore composta da grafene (da non confondere con la grafite delle matite). Rispetto ai test rapidi riesce a dare risposte attendibili anche a concentrazioni virali molto basse in quanto è molto più sensibile alla presenza delle proteine del capside.

Una nuova prospettiva per le diagnosi

Svolgere il test richiede in tutto 10 secondi. Si inserisce il campione (tampone) prelevato e questo come esito può dare 4 risposte possibili: influenza, Covid-19, entrambe o nessuna di queste. Tutto grazie a un singolo strato di grafene in struttura esagonale, estremamente sensibile e preciso. Durante le prove si è usato un fluido simile alla saliva in cui si erano disciolte le proteine vitali.

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I nanomateriali si stanno rivelando ottimi per individuare virus o batteri specifici. (universomamma.it)

L’uso dei nanomateriali ultrasottili come questo potrebbe essere la svolta per scoprire in pochi secondi l’origine di diverse infezioni. Il suo impiego con il Covid-19 non è che l’inizio dato che i sensori possono essere sviluppati per riconoscere non solo le proteine virali ma anche tracce batteriche. Significherebbe non dover più attendere lunghe analisi di laboratorio e trovare subito l’antibiotico o la terapia adatta. Un enorme passo avanti per la diagnostica e anche uno strumento pronto da utilizzare dovessero presentarsi altre pandemie in futuro.

Il team di ricerca è guidato da Deji Akinwande e sta continuando a sperimentare con i sensori per svilupparne di specifici verso le varianti Omicron e Delta. La differenza fra queste e il ceppo originario è stata la ragione di svariati falsi negativi negli scorsi anni.

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