Diete vegetariane e vegane non adeguate in gravidanza e per i bambini

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Le diete vegetariane e vegane non vanno bene per i bambini né per le donne in gravidanza. Il verdetto viene dai pediatri della Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e siamo sicuri che susciterà molte discussioni.

Diete vegetariane e vegane: no per bambini e donne in gravidanza

Nei giorni scorsi, il 14 luglio a Milano, e il 23 luglio a Napoli, si sono riuniti i pediatri italiani della SIPPS, Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale, per discutere di alimentazione per bambini e donne in gravidanza. Nello specifico, i pediatri hanno affrontato il tema delle diete vegetariane e vegane. Lo scopo degli incontri è stata la discussione degli effetti di queste diete sulla salute delle donne in gravidanza e su quella del bambino, dalla nascita all’adolescenza.

La SIPPS nella persona del suo presidente Giuseppe di Mauro ha espresso un giudizio di criticità sulle diete vegetariane e vegane per mamme incinte e bambini fino all’età dello sviluppo:

Le diete vegetariane o vegane non sono adeguate nei bambini e nelle donne in gravidanza. La nostra posizione è fermamente critica”.

Così il presidente della SIPPS. Il dott. Di Mauro ha ricordato che “la gravidanza è l’unico periodo della vita in cui la dieta alimentare influenza non solo lo stato di salute della donna ma anche quello del nascituro“. “Le donne vegetariane possono andare incontro a seri problemi di carenza di micro e macro nutrienti“, ha sottolineato Di Mauro, ribadendo che “la dieta ideale rimane quella mediterranea che soddisfa tutte le esigenze nutrizionali“.

La dottoressa Margherita Caroli, pediatra e nutrizionista di fama internazionale, è coordinatrice scientifica di progetti finanziati dall’UE, la SIPPS, in collaborazione con FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale) ha studiato l’adeguatezza delle diete vegetariane alla crescita e allo sviluppo neuro-cognitivo dei bambini, nonché dei loro effetti come fattori di esposizione (sia di rischio che di prevenzione) per patologie trasmissibili e non trasmissibili e per i disturbi della condotta alimentare. La dottoressa ha concluso che “le diete vegetariane pongono un serio rischio di alterato sviluppo cerebrale” nel bambino, “perché carenti di vitamina B12, DHA e ferro, tutti nutrienti disponibili naturalmente in un’alimentazione inclusiva di prodotti animali, senza bisogno di supplementi“. “Un’alimentazione sana ed equilibrata, infatti, non ha bisogno di supplementazioni“, ha spiegato.

I pediatri SIPPS hanno manifestato perplessità e preoccupazioni per la diffusione delle mode delle diete vegetariane e vegane anche tra le donne incinte e nell’alimentazione dei bambini.

In Europa il 7,6% della popolazione segue una dieta vegetariana, di cui

  • il 3% quella vegana
  • e il 4,6% quella L.O.V.= lacto-ovo-vegetariana.

Il dott. Salvatore Barbieri, pediatra dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano (Asst Fatebenefratelli-Sacco) e componente del consiglio direttivo della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha spiegato che “nelle famiglie italiane le scelte alimentari vegetariane dipendono nel 47,6% dalla convinzione che le proteine vegetali siano più salutari di quelle animali, mentre nel 31,7% la causa che innesca il cambiamento di stile alimentare è il profondo rispetto degli animali“.

I pediatri del SIPPS hanno concluso che nelle persone che seguono una dieta vegetariana e soprattutto vegana i fabbisogni proteici aumentano del 5-10% a causa della digeribilità più bassa e di una composizione aminoacidica differente delle proteine di origine vegetale rispetto alle animali.

I neonati di madri vegetariane hanno livelli più bassi di DHA nel plasma e nel cordone ombelicale rispetto ai figli di non-vegetariane. Il DHA è l’acido docosaesaenoico, nome comune acido cervonico e fa parte della famiglia degli omega 3, si tratta di un acido grasso importante per salute.  Per questo motivo i pediatri spiegano che le donne vegetariane e vegane in gravidanza e in allattamento dovrebbero scegliere alimenti fortificati e utilizzare un integratore di DHA derivato dalle microalghe.

Inoltre il supplemento di vitamina B12 attiva è indicato non solo per le donne vegane in allattamento, ma anche per i loro lattanti, poiché le riserve vitaminiche alla nascita sono basse e il latte materno fornisce scarsi quantitativi di vitamina B12.

Per soddisfare il fabbisogno metabolico di ferro, poi, i vegetariani/vegani dovrebbero incrementarne l’assunzione dell’80%. Le sostanze che inibiscono l’assorbimento del ferro includono: fitati, calcio, polifenoli presenti in tè, caffè, tisane e cacao. La vitamina C e altri acidi organici presenti nella frutta e nella verdura sono in grado di aumentarne l’assorbimento e contrastare l’effetto dei fitati.

Infine, il documento presentato dal SIPPS ha valutato l’efficacia preventiva delle diete vegetariane
sulle malattie non trasmissibili, come diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Lo studio è stato condotto dalla Dottoressa Maria Carmen Verga, segretario nazionale SIPPS, con i dottori Marcello Bergamini e Giovanni Simeone. Sui tumori le conclusioni sono in linea con quelle del World Cancer Research Fund: il consumo di carni rosse, soprattutto lavorate, aumenta il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore, ma – sostengono i medici – non c’è alcuna prova sulla necessità di eliminare completamente tutte le carni, il pesce e gli alimenti di origine animale, come latticini e uova. Inoltre, i risultati degli studi dimostrano che le diete vegetariane non hanno efficacia preventiva rispetto ad una dieta bilanciata associata ad uno stile di vita sano.

Voi unimamme che ne pensate?

Vi ricordiamo il nostro articolo: bambini obesi: attenzione alle troppe proteine animali da piccoli.

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