“Ho picchiato i bambini a calci e pugni, ma li amavo”: la confessione del patrigno del bimbo ucciso con un manico di scopa

Parla l’uomo che ha ucciso il figliastro di 7 anni a calci e pugni.

Ha ammesso le sue colpe Tony Sessoubti Badre, il 24enne che domenica scorsa ha ucciso ha ucciso a calci e pugni un bimbo di 7 anni e ha ferito gravemente anche la sua sorellina di 8 anni.

Ho colpito i bambini con calci e pugni ed anche con il manico della scopa. Ho perso la testa, sono distrutto” ha dichiarato il ventiquattrenne ambulante, convivente della madre dei piccoli. A differenza del primo interrogatorio  l’uomo ha ammesso di aver usato la scopa.

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Badre ha anche aggiunto che la madre dei bimbi era presente e che avrebbe cercato di fermarlo, inutilmente.

Dalle indagini è emerso che quella non era la prima volta in cui Badre picchiava i bambini.

Il reo confesso avrebbe infatti picchiato i bambini anche sabato, perché avevano rotto le doghe del lettino appena acquistato.

“Volevo bene ai ragazzi come fossero miei, ma quando hanno distrutto la cameretta, in particolare la sponda del letto acquistata con tanti sacrifici, ho perso la testa”.

I piccini avevano preso schiaffi, pugni e calci già sabato. Domenica, prima di pranzo, l’uomo si è accanito di nuovo e questa volta, fatalmente, sul figliastro Giuseppe.

Ora sua sorella Noemi, di 8 anni, è ricoverata nel reparto di neurochirurgia dell’Ospedale Santobono di Napoli. La bambina è seguita da psicologi e assistenti sociali che l’hanno aiutata durante l’interrogatorio del pm Paola Izzo. 

È ricoverata in attesa che si sgonfi l’edema sul volto. La piccola si è ripresa: prima dell’intervento ha dovuto digiunare per sei ore e al termine aveva fame, ha chiesto gnocchi al pomodoro e cotoletta” ha spiegato Nicola Mansi,  primario di Otorinolaringoiatria.

Era stata proprio Noemi, che presto sarà trasferita in una comunità protetta, a raccontare di essere stata picchiata con un manico di scopa.

Si è reso conto della gravità dell’accaduto, è scosso e mi ha detto che lui voleva bene al bimbo, a quel maschietto che sentiva come figlio suo. Non mi risulta che l’abbia picchiato il giorno prima” ha spiegato l’avvocato di Badre. 

Secondo alcune fonti l’uomo avrebbe picchiato madre e bambini in più occasioni. La preside dell’Istituto dove studiava Giuseppe, Rosa Esca, ha detto che solo una volta avevano notato un livido sul bambino. Il piccolo aveva spiegato di esserselo fatto cadendo dal letto.

Ora Badre si trova a Poggioreale, mentre si attendono i risultati dell’autopsia su Giuseppe.

I punti da chiarire sulla vicenda sono ancora tanti, per esempio come mai i soccorsi siano stati chiamati solo un’ora dopo il pestaggio e il ruolo della madre.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questa triste vicenda di cui si parla su Repubblica? Si poteva impedire un così tragico epilogo?

Noi vi lasciamo con la vicenda di una bimba di 19 mesi morta per asfissia.

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