Influenza in gravidanza, 8 gravi casi di contagio: il parere degli esperti

influenza in gravidanza
Influenza in gravidanza (iStock)

L’influenza in gravidanza aumenta il rischio di complicanze che possono danneggiare mamma e bambino. Per questo motivo è bene fare molta attenzione se siete incinte. In generale, le gestanti non sono più esposte di altri soggetti al rischio di contrarre l’influenza, ma una volta che hanno contratto la malattia corrono maggiori rischi di complicanze gravi e perfino di morte, spiegano gli esperti.

Influenza in gravidanza: cosa fare

L’influenza è una malattia virale, è causata da un virus, e ha una elevata capacità di diffusione, soprattutto per via aerea. Torna tutti gli anni, con epidemie stagionali durante la stagione fredda, ovvero nel periodo in cui la mucosa respiratoria è più vulnerabile alle infezioni causa del freddo e dell’affollamento in ambienti troppo caldi e umidi.

Come accade per la maggior parte delle malattie infettive respiratorie, per l’influenza non esiste una terapia specifica, se non quella sintomatica, ovvero la cura dei sintomi come febbre, tosse e raffreddore, infiammazione delle vie respiratorie, mal di testa e dolori articolari.

Fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi, anche nei bambini, l’influenza ha un decorso normale e si risolve nel giro di qualche giorno, 4 o 5 giorni o una settimana, in cui è consigliabile stare a riposo, preferibilmente a letto se la febbre è alta, seguire le indicazioni del medico e bere tanti liquidi per reidratare il corpo.

Da evitare assolutamente gli antibiotici, perché non servono. L’influenza, infatti, è un virus e i virus non richiedono una cura antibiotica a meno che durante la malattia non sopraggiunga un’infezione batterica, solo in questo caso, e comunque solo dietro prescrizione medica, si prendono gli antibiotici.

Se l’influenza nella maggior parte dei casi è innocua, tuttavia ci sono soggetti a rischio nei quali può provare complicanze gravi, anche letali. Soggetti per i quali è consigliato ricorrere alla vaccinazione. Si tratta in primo luogo di persone anziane, individui affetti da patologie croniche o particolarmente sensibili alle infezioni respiratorie. In queste persone i sintomi dell’influenza possono avere conseguenze gravi, perché sono più vulnerabili.

Per quanto riguarda le donne in gravidanza, anche se non si tratta di soggetti esposti più di altri al rischio di contrarre il virus, i problemi possono insorgere con le complicanze della malattia. Per questo motivo, l’Istituto superiore di sanità raccomanda la vaccinazione alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Come indicato sul sito web di Epicentro.

Pertanto, le donne incinte devono prestare particolare attenzione all’influenza. “Anche se le gestanti non sono di per sé più esposte a contrarre il virus, qualche cautela è d’obbligo“, precisa Elsa Viora, presidente dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi). “I classici sintomi, come dolori articolari, mal di testa, raffreddore, tosse, catarro e febbre, se controllati, non comportano rischi specifici per il feto – spiega Elsa Vlora – mentre particolare attenzione deve essere posta in caso di sintomi respiratori importanti e se la temperatura sale oltre i 38 gradi. Il calo fisiologico delle difese immunitarie, infatti, espone maggiormente al rischio di sviluppare complicanze come una polmonite, mentre una febbre alta potrebbe determinare la comparsa di contrazioni dell’utero e indurre un travaglio prematuro, con possibili rischi per la salute del neonato“.

Pertanto, per stare sicure, e non correre inutili rischi, anche le donne incinte dovrebbero vaccinarsi contro l’influenza. La vaccinazione è sicura e protegge indirettamente anche il neonato attraverso il passaggio nella placenta degli anticorpi.

Il vaccino antinfluenzale è sicuro per le donne incinte perché vengono impiegati vaccini “uccisi”, che non interferiscono con la gravidanza in corso.

Ovviamente, anche per le donne incinte valgono le stesse controindicazioni riguardanti il resto della popolazione, ovvero la comparsa di una reazione grave, anche allergica, dopo una precedente somministrazione. Sarà il medico a valutare il singolo caso.

Sebbene il vaccino antinfluenzale non protegga dal virus al 100% è comunque consigliabile farlo nei soggetti a rischio e nelle donne incinte, perché comporta comunque una riduzione del pericolo complicanze che è inutile correre. L’efficacia di un vaccino influenzale dipende da vari fattori, in primo luogo dai ceppi del virus per i quali è stato realizzato.

Il vaccino influenzale della stagione 2017/2018 non copriva da tutti i possibili ceppi e le possibili variazioni del virus, che muta velocemente, per questo motivo si sono scatenate molte polemiche sul fatto che numerose persone pur vaccinate si sono ammalate lo stesso di influenza. Ma non è stata colpa del vaccino, è dipeso dal fatto che la malattia è stata causata da ceppi per i quali le persone non erano state vaccinate e anche dal fatto che l’epidemia di questa stagione è stata particolarmente virulenta. Si sono dunque sommate diverse circostanze negative, che comunque non eliminano l’efficacia anche solo parziale e l’importanza del vaccino contro l’influenza.

Per avere un’idea dei rischi che si possono correre se le donne in gravidanza non sono vaccinate, basti considerare che durante la pandemia del 2009, sul totale dei casi accertati di influenza, le donne incinte che si sono ammalate sono state solo l’1% di tutti i casi, ma sul totale dei decessi sono state il 5%. Questo significa che hanno avuto un rischio di morte per influenza cinque volte maggiore rispetto alle altre donne.

Inoltre, durante l’epidemia di quest’anno, una delle peggiori degli ultimi anni, come abbiamo visto per la scarsa efficacia del vaccino, si sono verificati otto casi gravi di contagio tra le donne in gravidanza, come segnala il bollettino FluNews – Italia, il Rapporto della sorveglianza integrata dell’influenza per la stagione 2017/2018. Non vale la pena di correre rischi.

La dottoressa Vlora spiega su Dica33 che: “Bisogna informare e rassicurare le donne sulla sicurezza del vaccino, che non presenta alcuna controindicazione per il feto“.

Inoltre, per evitare il contagio è bene adottare tutta una serie di precauzioni nella vita di tutti i giorni:

  • lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone (soprattutto dopo aver toccato maniglie di porte e finestre, corrimano delle scale, tastiere del computer e via dicendo);
  • evitare il più possibile la permanenza in ambienti chiusi e affollati;
  • evitare il contatto ravvicinato con persone malate (stare lontano da colpi di tosse e starnuti, ma anche una stretta di mano può trasmettere il virus).

Avete capito tutto unimamme?

Vi ricordiamo il nostro articolo: Influenza, casi in aumento: i consigli degli esperti

Impostazioni privacy