L’Ilva di Taranto condannata: ha violato i diritti umani

La Corte Europea ha condannato l’Italia per il caso dell’Ilva di Taranto.

La Corte Europea si è pronunciata a favore di 180 persone che si sono lamentate degli effetti delle emissioni dell’Ilva di Taranto sia sull’ambiente che sulla loro salute, oltre all’inefficacia dei rimedi adottati.

La Corte Europea per i diritti Umani di Strasburgo ha dunque condannato l’Ilva per non aver “protetto i cittadini che vivono nelle aree toccate dalle emissioni tossiche emesse dall’impianto” .

Inoltre è stato sottolineato che “la persistenza di una situazione di inquinamento ambientale mette in pericolo la salute dei richiedenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione che vive nelle aree a rischio”.

Infine l’Italia non ha garantito “una protezione efficace del diritto dei richiedenti al rispetto della loro vita privata “.

Il gruppo Genitori tarantini ha espresso chiaramente entusiasmo per questa sentenza. Ecco il loro commento:
“è una giornata storica. Un pensiero va a tutti i piccoli tarantini che non ci sono più e a quelli chiamati a fronteggiare un nemico che mai avrebbero dovuto conoscere. Un pensiero va ai loro genitori, chiamati ad affrontare il più grande dolore che la vita possa mettere di fronte ad un essere vivente. Questo sogno era anche per voi“.

Questo gruppo ha raccontato di aver preso ispirazione dal sogno della professoressa Lina Ambrogi Melle
“così, apponemmo le nostre firme immediatamente dopo la sua e ci mettemmo in gioco, parlando di questa idea a amici e parenti, a colleghi di lavoro, ad amici portati da amici. Riuscimmo a recuperare un buon numero di adesioni e partimmo per quello che, secondo noi, era l’ultimo e più importante tentativo di richiamare alle proprie responsabilità lo Stato italiano”.

Il gruppo genitori tarantiniha atteso per 4 anni questa sentenza.
Adesso c’è una seria base su cui appoggiare la richiesta di cancellazione dell’immunità penale ed amministrativa concessa ai gestori dell’acciaieria. Così, un sogno diventa realtà. Ringraziamo la professoressa Lina Ambrogi Melle per avercelo proposto, la dottoressa Annamaria Moschetti e il professor Alessandro Marescotti per le importanti memorie scritte per questa occasione e che si sono rivelate materiale importantissimo in questo processo; ringraziamo tutti quelli, e sono tanti, che hanno voluto condividere con noi questo cammino. E grazie a tutti i Genitori tarantini che anche questa volta si sono spesi in difesa di Taranto, dei suoi bambini e dell’ambiente”.

L’Ilva quindi ha violtato l’articolo 8 (il diritto al rispetto della vita privata e famigliare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dell’articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) della Convenzione.

Unimamme, cosa ne pensate di questa sentenza di cui si parla su AdnKronos?

Noi vi lasciamo con Nadia Toffa cittadina onoraria di Taranto.

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