La pratica del “milk sharing”: torna la condivisione del latte materno

mamma che vende latte maternoE’ ritornata la pratica della condivisione del latte materno. Oggi il latte materno si vende online e può essere pericoloso e poco sicuro.

Sono tanti i benefici che il latte materno apporta ai neonati. Il latte materno è un alimento completo, fornisce ai bambini i nutrienti fondamentali e gli anticorpi di cui hanno bisogno. Si consiglia, quando è possibile, di dare al neonato il latte materno e non il latte in polvere.

Negli anni passati esistevano le nutrici. Delle donne che allattavano uno o più figli altrui, per lo più dietro compenso. Era una pratica che è andata avanti fino a quando non sono state inventate delle opzioni diversi, come il latte in polvere.

Adesso, secondo un’analisi presentata in occasione del Meeting annuale delle Pediatric Academies Societies(PAS), in corso a Baltimora, negli Stati Uniti, sta prendendo di nuovo piede questo fenomeno.

Il milk sharing: ritornano le nutrici, ma il latte si vende on line

Un tempo le donne che allattavano, dietro compenso, i figli di altre persone si chiamavano nutrici. Ad oggi questa pratica è tornata con il nome di “milk sharing”.

Le nutrici esistono da millenni. Le prime tracce risalgono al 2000 a.C e questo ruolo salvavita si è evoluto in una professione, con tanto di leggi e contratti che ne regolavano la pratica, compreso il requisito di visita medica.  Questa pratica ha sollevato anche diverse critiche. Molti erano preoccupati del legame tra la madre ed il bambino e del rischio di trasmissione delle malattie. Proprio per questi motivi, tra il 18° secolo ed il 19° secolo questa pratica è andata a scemare.

La società sta assistendo ad una rinascita delle pratiche di condivisione del latte attraverso donne che ne hanno in eccesso e decidono di venderlo, come riportato da Eurekalert.

Diversamente dal passato, queste vendite avvengono attraverso dei canali non del tutto sicuro. Al meeting annuale delle Pediatric Academies Societies(PAS), hanno messo in luce la vendita del latte attraverso il web.

Una pratica non sicura, lontana dai regolamenti e dagli esami medici, come dichiarato da detto Ruth Milanaik, DO, uno degli autori dello studio: “Mentre la pratica della condivisione del latte è in corso da secoli, la condivisione del latte non regolamentata via Internet presenta problemi di sicurezza ed è quindi scoraggiata. I medici dovrebbero essere consapevoli del risorgere di questa pratica e incoraggiare la partecipazione alla condivisione del latte regolamentato attraverso le banche del latte“.

In Italia le banche del latte sono gestite dalAIBLUD (Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato). Si tratta di un’associazione Onlus che promuove l’allattamento e la donazione del latte materno. Collaborano con i Centri di Neonatologia e di Terapia Intensiva Neonatale.
AIBLUD svolge anche un importante ruolo di coordinamento di tutte le Banche del Latte Umano Donato (BLUD) esistenti in Italia, e promuove la costituzione di nuove Banche.

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Voi unimamme fareste uso di questa condivisione del latte materno? Vi fidereste della vendita online?

 

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