Neonato morto per un batterio: eseguita l’autopsia e indagate 16 persone

Morire per un batterio ospedaliero è tragico, se poi la vittima è un neonato spacca il cuore. E’ così che si sentono i genitori del neonato morto per un batterio agli Spedali Civili di Brescia.

Oggi è stata eseguita l’autopsia sul piccolo Paolo, e durante una conferenza stampa su Sky Tg24, Gaetano Chirico, il direttore del reparto di “neonatologia e terapia intensiva neonatale” dell’ospedale, ha detto che gli ultimi controlli sugli altri 6 bambini infettati dal batterio sono stati negativi ma che occorre ancora aspettare. Ha infatti spiegato che occorre effettuare almeno 3 controlli a distanza di 2-3 giorni e solo dopo si può ritenere che l’epidemia sia sotto controllo.

Parlando del fratello gemello sopravvissuto il primario ha tranquillizzato tutti dicendo che è in “graduale miglioramento” ma che essendo ancora in terapia intensiva occorre che le condizioni si stabiliscano al 100%.

Nel frattempo la procura bresciana ha formalizzato l’accusa a tutti i medici e gli infermieri del reparto, 16 persone in tutte, iscritte nel registro degli indagati per “omicidio colposo”. Si è trattato di “un atto dovuto”, spiegano, perché era necessario poter nominare un consulente esterno che potesse partecipare all’autopsia del bambino.

Ricordiamo inoltre che oltre al neonato morto, nel reparto sono stati diagnosticati altri 9 casi di contagio. Di questi 3 bambini sono guariti e sono stati dimessi.

Il caso del batterio Serratia Marcescens è stato commentato anche da Burioni che ha parlato di “trasmissione ospedaliera di un batterio multiresistente agli antibiotici“.

Il problema infatti è quello più ampio e molto pericoloso di batteri oramai resistenti agli antibiotici, per l’uso sbagliato ed eccessivo che si fa di questi medicinali.

La Serratia Marcescens non è infatti un batterio particolarmente pericoloso, ma se si diffonde in un ospedale il discorso cambia: negli ospedali infatti si trovano pazienti non in grado di difendersi, come neonati e anziani.

E voi unimamme, sapevate tutto ciò? Che ne pensate dell’accusa?

Vi lasciamo con un articolo di approfondimento sulla situazione in Italia circa la resistenza agli antibiotici.

Impostazioni privacy