“Mi ha molestato con mia madre presente”: le accuse al medico sportivo

I genitori tendono a fidarsi di medici e allenatori per la cura dei loro figli, la storia che stiamo per raccontarvi oggi però induce a fare attenzione.

Atlete accusano il loro medico sportivo di molestia sessuale

Una ginnasta americana medaglia d’oro McKayla Maroney, di recente, ha ammesso di essere stata molestata da un medico,Lawrence G. Nassar, accusato di aver molestato anche altre ginnaste.

La ginnasta, ora ventunenne, ha scritto su Twitter che il dottor Lawrence G. Nassar, l’ha molestata fin dall’età di 13 anni.

Come accennato, le accuse della giovane non cadono nel vuoto, l’uomo è attualmente in prigione e deve affrontare 22 capi d’accusa per condotta sessuale criminale.

L’uomo, che ha ammesso di possedere pornografia infantile, è stato accusato da più di 125 donne per abusi sessuali.

“Sembra che ovunque e in qualunque occasione quest’uomo trovasse il tempo per un trattamento, è accaduto a Londra prima di vincere la medaglia d’oro e prima dell’argento”.

La ragazza ha raccontato che durante un viaggio a Tokyo il medico le ha somministrato un sedativo e lei si è svegliata nella stanza di un hotel senza sapere come fosse arrivata lì: “ho pensato che sarei morta quella notte”.

Rachael Denhollander è un’altra ginnasta che ha accusato Nassar. La donna ha raccontato che quando era più giovane il medico l’ha penetrata con le dita mentre la madre era presente.

“Lui si è posizionato tra me e mia mamma, quindi non sapevo dove fossero le sue mani. Questo è il modo in cui mi ha tenuto tranquilla perché non avevo capito che lei non potesse vedere. L’idea che qualcuno potesse molestarmi per 30 minuti mentre intratteneva una conversazione con mia mamma…nessuno pensa come possa essere una violenza sessuale”.

In un’altra occasione invece il medico le ha tolto i reggiseno e le ha toccato il seno sinistro, ha raccontato alla CNN.

Maroney invece ha raccontato al New York Times che è stata spinta a parlare pubblicamente grazie al movimento #MeToo (anch’io) in cui le donne denunciano con una frase di essere state vittime di violenza sessuale o molestie. Una campagna che nonostante le critiche sta portando le donne a parlare, finalmente.

Unimamme, purtroppo questo è un caso in cui una persona che si riteneva degna di fiducia non si è dimostrata tale, occorre sempre vigilare e insegnare ai ragazzi loro cosa significhi il consenso, come abbiamo illustrato in un articolo precedente.

Voi cosa ne pensate di questa storia?

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