Un padre perde suo figlio e lo celebra in un modo indimenticabile (FOTO)

matthew stanford robinsonPer un  genitore sopravvivere alla morte di un figlio è davvero una tragedia, è il dolore piu’ grande che possa provare una persona. Ma nella storia che vi stiamo raccontando è un po’ diverso: il padre di un ragazzino americano, in memoria del figlio, ha fatto realizzare una tomba davvero speciale, divenuto simbolo di speranza per tutto il mondo.

Il ricordo di un padre per suo figlio

Matthew Stanford Robinson è un bambino nato nel 1988 a Salt Lake City, nello Utah, che poichè al momento della nascita ha sofferto di mancanza di ossigeno ed altre complicazioni, ha dovuto convivere con diverse disabilità:

  • era cieco
  • quasi totalmente paralizzato
  • diceva solo poche parole

ma, nonostante ciò, è riuscito a toccare molte vite, grazie alla sua vitalità e al suo modo di comunicare con i segni.

Mentre i medici alla nascita gli avevano dato solo poche ore, Matthew ha vissuto per quasi 11 anni , e questi anni hanno rappresentato per i suoi genitori il piu’ bel regalo che potessero ricevere, date le scarse speranze ricevute.

matthew stanford robinson

Ecco perchè il padre di Matthew ha voluto che la tomba del figlio diventasse un luogo di felicità ed ha formulato un necrologio davvero commovente:

Questo monumento unico mostra il giovane ragazzo che salta verso l’alto, dalla sua sedia a rotelle. Confinato alla sedia per la maggior parte della sua giovane vita, è ora libero dai vincoli terreni.
“E poi avverrà, che gli spiriti di coloro che sono giusti saranno ricevuti in uno stato di felicità, che si chiama paradiso, una condizione di riposo, una condizione di pace, dove si riposeranno da tutti i loro problemi, da tutte le preoccupazioni, e dal dolore”.  Domenica 21 febbraio 1999 ,pacificamente nel sonno, il nostro amato figlio, fratello e amico, Matthew Stanford Robison è stato ricevuto in uno stato di felicità, ed ha iniziato il suo riposo dai problemi, dalle preoccupazioni e dai dolori fra le braccia del suo salvatore e amico Gesù Cristo.
Matthew era una gioia e un’ispirazione per tutti coloro che ebbero il privilegio di conoscerlo. Era una testimonianza della divinità suprema dell’anima, l’incarnazione della completezza che il nostro spirito brama. La pietà della sua anima ispirata ha influenzato e benedetto tutti coloro che lo conoscevano. Egli è venuto in questo mondo come un miracolo e ha lasciato questo mondo come un miracolo. Nacque con gravi disabilità fisiche il 23 settembre 1988 a Salt Lake City da Johanna (Anneke) Dame Robison e Ernest Parker Robison. Alla nascita era stata prevista un’aspettativa di vita di solo poche ore per Matthew. Tuttavia il coraggio, la forza e la resistenza, combinati col potere di Dio, hanno permesso a Matthew di vivere dieci anni e mezzo circondato dall’amore della sua famiglia e degli amici. La sua famiglia ha avuto il privilegio di trascorrere del tempo con lui, qui sulla terra, per imparare dal suo coraggio e ammirare la sua gioia e felicità costante di fronte alla lotta. La sua famiglia resterà eternamente cambiata dalla sua presenza e temporaneamente cambiata dalla sua scomparsa. La sua presenza ha ispirato tutti coloro che lo conoscevano. Ha aperto i loro cuori e i loro occhi.
Gli sopravvissero i suoi genitori: Ernest e Anneke; le sorelle e i fratelli, Korrin, Marc, Jared, e Emily di Murray, Utah, e Elizabeth (in Missione a Praga) Inoltre, i nonni e altri membri della famiglia. Un grazie di cuore a chi gli ha prestato cure particolari, specialmente Shauna Langford, e agli altri della scuola elementare Liberty.

Ispirati dal figlio, i genitori Ernest e Anneke Robinson hanno aperto nel 1993 una Fondazione Ability Found, che si occupa di fornire a persone con disabilità attrezzature e assistenza, per offrire loro un’opportunità di vivere una vita produttiva all’interno della società.

Insomma unimamme, una storia triste ma al contempo bellissima. E a voi cosa trasmette questa bellissima statua?

Intanto vi lasciamo alle bellissime foto scattate da un papà dopo aver scoperto la malattia del figlio.

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