Una mamma viene criticata per la torta di compleanno del figlio (FOTO)

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Unimamme, oggi vorremmo raccontarvi della storia vera di una mamma e dell’incubo vissuto alla nascita del figlio, che lei ha poi descritto come un bambino Zombie per un motivo preciso.

Un bambino Zombie e la sua incredibile vicenda

Amy è una mamma trentacinquenne che ha vissuto un’esperienza che nessuna mamma vorrebbe mai provare.

Al momento del parto ci sono stati dei problemi. I medici hanno fatto nascere in fretta il figlio, ma quando è uscito il piccino non respirava.

Ecco come lo racconta Amy:

HO DETTO: “lui non c’è più vero? – il dottore mi ha stretto la mano. Sapevo che intendeva sì.

Vedo Gary che, vicino a me, continua furiosamente a strofinare e un tappo, mi tiene la mano cercando di essere coraggioso.

Mi hanno fatto sedere sul letto,mi hanno tenuta ferma e mi hanno fatto l’anestesia spinale, non ci è voluto molto, il piccolo è uscito da me. 

“Tutto ciò che ho visto è stato un piedino porpora, nessun grido, nessun pianto, non un suono.

Ho sentito i medici gridare: “non sta respirando”. Ho guardato Gary, era in piedi con le mani sulla testa, mentre cercava di vedere il nostro piccolo essere umano, ma c’erano troppi medici.

Loro stavano premendo sul petto del bimbo per rianimarlo: “uno, due, tre respira, uno due tre respira…” questo per alcuni lunghi e dolorosi minuti. I volti di tutti i presenti nella stanza mostravano paura e shock.

Ero arrabbiata, dopo 12 minuti ancora nessun battito. Si è seduto vicino a me, su un lato del letto Gary era in lacrime sull’altro lato.

Ho detto: “se n’è andato vero? Lui è morto”. Il medico mi ha strizzato la mano. Sapevo che intendeva di sì.

Mesi di malattie, tortura e dolore, mesi di depressione, tutto per niente. Nove mesi di inferno solo per seppellire mio figlio.

Non riuscivo a crederci. Non mi sentivo nemmeno triste. Ero furiosa.

Stavo tremando. Stavo ricevendo una trasfusione del sangue.

Stavano accadendo tante cose che potevo a malapena sentire, da da un luogo vicino a mio figlio un’infermiera ha gridato: “grazie a Dio è tornato!”

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L’intera stanza è balzata in piedi. Poteva essere vero? Non avevo forse appena scoperto di aver perso il mio piccolino ma lui era tornato indietro? Il mio piccolo soldato.

Dopo 13 minuti senza battito era vivo!

Il mio piccino era tornato indietro dal regno dei morti il giorno di Halloween il 31 ottobre, 2015.

Poi hanno trascinato lui e Gary in terapia intensiva.

Io non ho potuto tenerlo in braccio, non avevo visto ancora il suo volto, ma lui era vivo.

Non sapevo quanto fosse sano, ma in quel momento non importava.

Da qualche parte, in quell’ospedale, c’era mio figlio.

Non sono riuscita a vedere mio figlio per tre giorni. Alcuni dei miei amici sono stati con me durante quei tre giorni e si sono rifiutati di vederlo prima di me.

Questo è stato molto dolce da parte loro.

Io ero un disastro, desideravo vederlo, toccarlo, tenerlo in braccio, ma dovevo aspettare.

Ero troppo malata per muovermi e lui troppo debole per essere portato da me.

Al quarto giorno sono riuscita a tenerlo in braccio. Ed è stato il momento più grande ed emotivo di tutta la ia vita.

Lui era bellissimo. 3,5 kg. di perfezione proprio sul mio petto. “Amo il mio bimbo Zombie” ho detto mentre baciavo i suoi capelli avvolto nelle sue fasce nere, per trovarle mi ci erano voluti mesi.

“Come si chiama” mi ha chiesto un’infermiera. Noi avevamo pensato a un nome che si addicesse al nostro piccolo miracolo. 

“Phoenix” ho detto.

Il nostro piccino che era sorto dalle ceneri ed era perfetto.

Per il suo primo compleanno volevo fare qualcosa che lo rappresentasse e che mostrasse cosa avevamo vissuto.

E cosa c’era di meglio di una torta a tema Zombie spiaccicata per il piccino che era stato dato per morto e che poi è miracolosamente tornato in vita ad Halloween?

Le immagini non sono state accolte bene da molte donne.

I commenti erano del calibro: “è assolutamente disgustoso inserire tuo figlio in un tema simile” e “ma quale genere di mamma veste il figlio come un bimbo morto”, “questo è offensivo per tutte le mamme che hanno perso il loro bambino.”

Sono stata rimossa dai gruppi di mamme su Facebook per le mie immagini oscene e offensive.

In realtà sono stata macellata da queste mamme ma loro non conoscono la nostra storia.

Non gli importa nemmeno di ascoltarla, a noi non importa.”

Unimamme voi cosa ne pensate del racconto di questa mamma e delle foto presentati su Kids Spot?

Noi vi lasciamo con la storia di un papà che ha affrontato il lutto perinatale e l’abbraccio con un medico e le critiche piovute addosso a una mamma per aver tinto i capelli della figlia.

 

 

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