Violenza contro le donne: il Senato ha approvato il “Codice Rosso”

stupro gruppo spagnaIl Senato ha approvato il ddl che prevede le misure per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere. Pene più dure e reato di revenge porn.

Il Senato ha approvato il decreto di legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Il testo era stato varato nel novembre del 2018 e sostenuto fortemente dal Guardasigilli Alfonso Bonafede e la deputata leghista Giulia Bongiorno. Il cosi detto “Codice Rosso” è finalmente stato approvato e sono molte le novità che sono presenti nella norma compresi i nuovi reati come quello di “Revenge porn”.

Il codice rosso è legge: le novita del decreto legge contro la violenza sulle donne

Il Codice rosso è stato approvato dal Senato con 197 si e 47 astenuti. Il premier Giuseppe Conte ha scritto un post su Facebook nel quale è soddisfatto per “un primo passo importante nella direzione culturale di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno”.

Contenta e soddisfatta del risultato di tanto lavoro il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno: “Un miracolo”. Il ministro ha subito chiamato l’amica e compagna di battaglie civili Michelle Hunziker con cui nel 2007 ha fondato “Doppia Difesa”, fondazione onlus nata per aiutare “chi ha subito discriminazioni, abusi e violenze”. Le donne ora, sottolinea Bongiorno, “potranno chiedere e ottenere giustizia entro tre giorni”, come riportato da Il Messangero.

Con l’approvazione del decreto di legge ci saranno indagini più veloci e pene più pesanti in casi di violenza sessualestalking , sfregi al viso e lo stop ai matrimoni forzati. Le principali misure riguarderanno:

  • Denunce ed Indagini relative ai reati connessi alla violenza domestica o di genere. Modifica che obbliga i pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni ed evita che la lentezza burocratica impedisca di proteggere tempestivamente chi denuncia., come si legge nel ddl: “La comunicazione della notizia di reato (per i reati sessuali, ndr) è data immediatamente anche in forma orale. Alla comunicazione orale deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione previste”. Inoltre, Il termine per denunciare la violenza sessuale subita è stata esteso a 12 mesi, 6 in più rispetto alla norma precedente.
  • Violenza sessuale: le condanne salgono a 6-12 anni rispetto ai 5-10 fino ad oggi in vigore. La violenza diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui è stato promesso o dato denaro. Per i maltrattamenti in famiglia e la minaccia si va da 3 fino a 7 anni di carcere. La pena è aumentata se il reato è commesso davanti ad un minore o donna in stato di gravidanza o contro una persona con disabilità.
  • Stalking: si rischia il carcere fino ad un massimo di 6 anni e sei mesi.
  • Botte in famiglia: in questo caso per maltrattamenti contro familiari o conviventi, la reclusione sale fino a 7 anni. Previste aggravanti.
  • Sfregi: un nuovo articolo sui casi di aggressione a una persona, con lesioni permanenti al viso fino a deformarne l’aspetto. Il responsabile è punito con la reclusione da 8 a 14 anni. Se lo sfregio provoca la morte della vittima, scatta l’ergastolo.
  • Stop alle nozze forzate: chi costringe un altro a sposarsi usando violenza, minacce o approfittando di un’inferiorità psico-fisica o per precetti religiosi, viene punito da uno a cinque anni di carcere (fino a 6 se ci sono minorenni).
  • Reverenge porn: per chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso, rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da 5000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o acquisito le immagini, le invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso dell’interessato per danneggiarlo. Pena più aspra se l’autore della vendetta è il coniuge o un ex o se sono stati usati strumenti informatici.
  • Orfani speciali: agli orfani di femminicidio verrà riconosciuto un sostegno, anche economico, da parte dello Stato.

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