8 marzo: Festa della donna? No grazie!

image

E’ ricorsa l’ennesima giornata della donna, piena di buoni propositi e con molti maschietti che si prodigano a celebrare, a parole, l’importanza vitale dell’altra metà del cielo.

Sul Fatto Quotidiano di domenica  8 marzo 2015, per l’appunto,  oltre alle opinioni di alcune giornaliste c’è una raccolta di lettere inviate dalle donne, proprio sul tema della festa in loro onore. Di seguito alcuni brani:

8 marzo. Non si deve perdere la memoria dei fatti storici che hanno riguardato le donne, ma non basta. Abbiamo bisogno anche di fatti concreti. Uomo e donna, ognuno con le proprie peculiarità, dovrebbero arricchirsi l’un l’altro, ma ciò non avviene“.

Siamo la forza della società, ma ce ne ricordiamo una volta l’anno. Per il resto cerchiamo di distruggere anche la parola donna o mamma”. La lettera si conclude con la citazione di una vignetta:” Per la Festa della donna no fiori ma per favore venite a pulirmi casa“.

“L’8 marzo per la maggior parte delle persone vuol dire mimosa e cena con le amiche. E‘ davvero necessaria la festa delle donne? Non credete che il fatto di avere una data dedicata sia già sottolineare una differenza? Io propongo la festa delle persone. Parliamo di persone senza etichettarle“.

Sara lavora in un’azienda del sud Italia e guadagna 1000 euro al mese. Marco lavora nella stessa azienda di Sara e guadagna 1500 euro al mese. Luisa è un ministro e, siccome è anche una bella donna, credono si sia prostituita per arrivare fin lì. Giovanni è un ministro, è un uomo affascinante, simpatico, in gamba e sicuramente si è fatto da solo. Clara ha tradito Luigi, e per questo viene considerata una poco di buono. Matteo ha tradito Laura e viene visto come un figo“.

Sono una precaria di quasi 34 anni. Non ho figli, non sono sposata, convivo con un libero professionista e ho un contratto di collaborazione con una fondazione culturale, contratto che scadrà a settembre e probabilmente non verrà rinnovato. Non mi sento la rappresentante di una minoranza svantaggiata. Sono ferma in una “terra di mezzo”, quella che divide le donne privilegiate da coloro che arrancano per arrivare a fine mese. Scrivere che la ricorrenza andrebbe abolita è un concetto banale, quindi esprimerò il mio desiderio: per la Festa della donna vorrei 365 giorni di rispetto“.

Io non festeggio. Nel presente sarebbe paradossale: la vita quotidiana delle donne è ancora oggi un inferno e, la gravità di questa condizione, sta nel fatto che, se esistesse, le donne meriterebbero il paradiso“.

Non mi serve sentirmi importante un giorno solo, se per tutto l’anno sento di donne violentate, picchiate, anoressiche perché la società non ha spazio per quei due centimetri in più sui fianchi”.

Il servizio continua con un breve articolo di Alessandro Ferrucci  dove riporta il dialogo, a cui ha assistito, tra due imprenditori in un viaggio in aereo. L’argomento sono i dipendenti.

“Ma allora l’hai cacciata?” Incalza, complice, il tizio con accento romano.

Non ce n’è bisogno, oggi le scade il contratto e non la confermo…” 

Ah, ah peccato. Mandà via le persone mi diverte, esce fuori il vero animo umano

Dici? a me quelle lacrime scocciano. E poi diventano lagnosi, ti iniziano a raccontare i loro drammi.”

Appunto, stai lì e per una frazione di secondo ti senti padrone del loro destino, gli lascio un po’ di corda e poi arrivederci“.

Poi il discorso procede  e il romano domanda: “Senti, ma la romena?”

“C’è sempre”

“Quella è una bella scopata. Quanti anni ha?”

“31 o 32”

“Non è freschissima ma va comunque bene. Io da un paio di anni ho cambiato settore” spiega orgoglioso il romano. 

“In che senso?”

Non le voglio troppo giovani e devono essere almeno conviventi. Se sposate con figlio è il massimo

Troppo sfatte

Ma no! Devono avere qualcosa da perdere, così non mi rompono le palle, me le scopo e quando le mando via devono stare zitte…”

Insomma non esce un bel quadro della situazione in Italia.

Le cronache sono piene di casi di violenza sulle donne,  e in questi ultimi anni di crisi dove la figura del maschio è diventata più debole, soggetta a pressioni psicologiche che fino a qualche decennio fa non erano minimamente prese in considerazione, l’effetto sulle donne diventa drammatico, in molti casi.

Sulla carta, e nelle dichiarazioni di facciata, la donna risulta considerata ma, alla prova dei fatti, la realtà è ben altra. Passi avanti ne sono stati fatti , non si può negarlo, ma tutte quelle donne che non sono inserite in una condizione di privilegio e vivono nella comunità, tra i comuni mortali, hanno ancora molti gradini da scalare nella parità di trattamento con gli uomini.

E voi cari unigenitori, che cosa ne pensate della festa della donna?  

 

(Fonte: il fatto quotidiano)

Impostazioni privacy