Perché i bambini non stanno mai fermi? Hanno bisogno di “aria aperta”

A volte il giudizio che abbiamo di un bambino può basarsi su elementi estremamente marginali. Non riuscire a stare seduto in classe può diventare lo spartiacque che segna la sua autostima: essere costantemente ripreso e “marchiato” come “il bambino che non riesce a…” può a lungo andare diminuire la considerazione che lui stesso ha di sé.

bambina scala uno scivolo

Convincere un bambino che lui certe cose non è in grado di farle , magari perché malato di iperattività, non è certo il modo migliore per far crescere la consapevolezza nelle sue possibilità.

Forse è il caso di rovesciare la prospettiva e chiederci se questi bambini si stanno muovendo a sufficienza. Il gioco, l’attività, sono parti fondamentali della loro crescita e le abitudini contemporanee ne comprendono sempre meno: dalla macchina a scuola, dai compiti a casa alla televisione, i nostri figli passano la maggior parte del loro tempo seduti. È questo il comportamento fuori dall’ordinario.

In Italia non siamo ancora schiavi della sindrome da deficit di attenzione e iperattività, ma in altri paesi è una normale prassi verificare se un bambino rientra nei canoni (anche troppo comuni) per cui può essere sottoposto a trattamento farmacologico.

Il problema è un altro. Per motivi di sicurezza, di tempo e logistici il gioco all’aria aperta è praticamente precluso: parchi, prati, spazi aperti in generale sono un evento saltuario, non la normalità di ogni pomeriggio. Non dobbiamo stupirci quindi se le classi sembrano una pentola in ebollizione: bambini che si dondolano con le sedie, bottigliette usate come clave, matite masticate. Come dichiarato da Angela Hanscom, un terapista pediatrico, su Timbernook, la dose necessaria di movimento giornaliero viene continuamente frustrata.

Il rischio è crescere dei ragazzi che abbiano imparato a stare fermi, seduti, composti, ma abbiano uno scarso equilibrio e coordinamento. Lo sviluppo del loro senso motorio passa attraverso ore di movimento (e divertimento) giornaliero e quando vediamo un bambino iniziare ad agitarsi, a far fatica a stare semplicemente seduto, forse non dovremmo chiederci che problema abbia, ma se gli abbiamo concesso sufficiente tempo per le sue normali esigenze.

bambina irrequieta

Unimamme, ricordate che venti minuti di movimento al giorno non sono sufficienti. Se vostro figlio distrugge casa quando torna da scuola non date la colpa soltanto alla sua irrequietezza.

Un’attività fisica sana migliora anche la loro capacità di attenzione e di ascolto, consentendo loro di raggiungere risultati scolastici migliori e una consapevolezza del corpo maggiore.

Che ne pensate?

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