Allatti in pubblico? Sì perchè…

Bambino e mamma sorridente

Abbiamo già parlato, in un precedente  post, dell’iniziativa dei Baby Pit Stop. A Milano, ad esempio, i Baby Pit Stop  Unicef sono presenti già da tempo, e grazie ad un sito apposito, potete averne anche la mappa!

Dal 17 aprile anche le mamme siciliane, e nello specifico catanesi, potranno giovarsi di un Baby Pit Stop Unicef, per la prima volta, all’interno di un centro commerciale. Questa buona notizia ci dà l’occasione di parlare di una questione che interessa molte mamme, e tutte quelle che in questo momento stanno allattando, ossia: perchè promuovere l’allattamento al seno in pubblico?
Come ci racconta l’Unicef: “Di allattamento al seno in pubblico si parla soprattutto in occasione di episodi presentati dai media come clamorosi, in cui le madri vengono allontanate dai luoghi in cui stanno allattando. Per la maggior parte delle persone l’allattamento in pubblico non desta stupore né scalpore, al massimo un curioso interesse per un gesto divenuto raro nel nostro Paese. Qualcuno invece si scandalizza.”

Come ben sappiamo, infatti, molti “qualcuno” continuano a chiedersi – e  a chiederci!- :”Ma allattare in pubblico è necessario?”
Provate allora aprendere in prestito”  le risposte dell’Unicef, e dite, “Sì è necessario perché:

  • L’allattamento al seno non ha orari fissi, un numero definito di poppate nell’arco della  giornata: ogni bimbo ha un suo stile alimentare e diversi tempi di poppata.
  • E’ difficile sapere quanto dureranno le poppate e le pause fra una poppata e l’altra.
  • Esistono diversi modi di allattare delle mamme in armonia con le richieste del proprio bambino. Diventa quindi difficile prevedere quando e dove il bambino chiederà di poppare.
  • I bambini hanno diritto di stare con le loro mamme per poppare quando necessario, anche se non sono più neonati.
  • Le madri hanno diritto di muoversi senza restrizioni e di portare i loro bambini con loro.
  • Non c’è ragione di limitare la libertà di movimento delle madri durante l’allattamento per presunte ragioni di convenienza sociale o di suscettibilità morale.
  • E la società dovrebbe adeguarsi e creare le condizioni perché questo possa avvenire.

Iniziare a ripensare i luoghi in cui viviamo come luoghi dove una mamma può allattare è importante a livello sociale, sanitario e, per usare invece una parola molto poco di moda, politico!

Perchè, come  ci racconta sempre l’Unicef, riportando nella sua campagna per l’allattamento in pubblico, un brano di J. Dobbing  che si intitola: “A worm chain for breastfeeding“, ossia ” Una catena calda per l’allattamento al seno”:

“Se si rendesse disponibile un nuovo vaccino che prevenisse un milione o più di morti infantili all’anno, e che fosse oltretutto poco costoso, sicuro, somministrabile per bocca, e non richiedesse catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica.  L’allattamento al seno può fare questo e altro, ma richiede una sua ‘catena calda’ di sostegno – e cioè assistenza competente alle madri, perché possano avere fiducia in se stesse e per mostrare loro cosa fare, e protezione da pratiche dannose. Se questa catena calda si è persa nella nostra cultura, o ha dei difetti, è giunto il tempo di farla funzionare”.

È giunto proprio il tempo che questa “calda catena” inizi… a funzionare 🙂

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