Baby Star: un gioco che diverte poco

C’è un fenomeno di cui non si sa molto ma che è diffuso e che riguarda i bambini, anche molto piccoli.

E’ il fenomeno delle “Baby Star” se così possiamo dire, ovvero dei concorsi, delle sfilate, dei book, delle interviste e delle “carriere” dei bambini.

Credevo fosse qualcosa di diffuso in America soltanto: anni fa in televisione mi capitò di vedere un programma tutto dedicato alle sfilate e ai concorsi per bambini anche molto piccoli.

Ricordo di quel programma le immagini di queste bimbe truccate, pettinate, vestite come delle bambole di cinquant’anni, con i boccoli, il rimmel, il rossetto e il phard che si avvicendavano su una passerella esibendosi in numeri improbabili di ballo e di canto.

Credevo fosse un fenomeno americano. Oggi invece il fenomeno ha preso piede anche in Italia.

Lo racconta in una video-inchiesta per la trasmissione televisiva “Le Iene” il giornalista Enrico Lucci che si è recato ad uno di questi concorsi per bambini ed ha intervistato le famiglie cogliendo tutte le contraddizioni  che ci sono dietro alla scelta di far partecipare dei bimbi, anche davvero piccoli, a serate lunghe ed estenuanti, alla fine delle quali quelli felici non sono i bambini ( stressati e stanchi a quanto si vede nel video) ma i genitori.

Quello che emerge dall’inchiesta è:

  • come i bambini vengano coinvolti in queste attività per via dei desideri dei genitori,
  • come, per fare contenti la mamma il papà o i nonni, questi bimbi sgambettino, ballino e sfilino in pose ammiccanti, fino ad orari assolutamente inadatti per  loro e in uno stato di pressione psico-fisica molto forte.

Una mamma intervistata da Lucci ha raccontato di quanto i bambini diventino competitivi per vincere, di quanto siano litigiosi e di come le madri stesse attivino dei meccanismi di tensione pur di supportare i figli fino al “podio”.

Un documento importante che fa pensare.

Voi che ne pensate?

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