Neonati e HIV: virus sparisce dopo un trattamento d’urto

medicao che fa un test a un neonato

Dal 3 al 6 marzo si è tenuta a Boston la Conferenza Annuale sui Retrovirus e sulle Infezioni Opportunistiche (CROI), un evento che ha riguardato medici e scenziati di tutto il mondo che hanno discusso le ultime scoperte.Durante tale evento, è stata divulgata dal team dei pediatri dell’ospedale Miller di Long Beach la notizia che una bimba, figlia di una donna infettata dal virus HIV, dopo aver ricevuto un trattamento farmacologico aggressivo a poche ore dalla nascita, una volta sottoposta ad analisi non ha presentato alcun virus nel sangue.

La notizia è arrivata quasi dopo un anno dall’annuncio del primo caso di bambino guarito dal virus, nel Mississippi, grazie anche in tal caso ad un terapia antiretrovirale simile.

La Dr. Audra Deveikis , una specialista della malattia infettiva pediatrica all’Ospedale Miller, ha detto che il bambino sta comunque continuando a ricevere il trattamento farmacologico per prudenza . La decisione su quando interrompere il trattamento si baserà sui risultati di uno studio che si verrà effettuato su 60 casi di HIV neonatale.

Nel caso  del bimbo del Mississippi , i medici hanno iniziato a trattare il neonato con i farmaci a 30 ore dalla nascita effettiva e dopo un un mese il virus non era piu’ rilevabile. In tal caso, anche se i medici avevano consigliato di continuare la terapia farmacologica, la madre del bimbo ha smesso di dare il bambino i farmaci  anti-HIV dopo 18 mesi, ed ora, dopo 2 anni dall’aver cessato la cura, che il bambino ha 3 anni e mezzo, è ancora sano.

Il caso di Mississippi è servito alla dottoressa Deveikis, la quale conoscendo la mamma della bambina di Los Angeles, e sapendo che non stava seguendo alcuna terapia per il virus dell’HIV, era certa che la bambina avrebbe avuto alte probabilità di nascere sieropositiva.  Ecco quindi che ha deciso di intervenire ancor prima, e già dopo 6 giorni il virus non era piu’ rintracciabile.

Insomma, la notizia, in quanto mamme, ci fa ben sperare per la sorte di altri bambini, e quindi aspettiamo con ansia i risultati della sperimentazione sui 60 bambini.

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