Mamma condannata per aver avvelenato il figlio allattandolo

Abbiamo piu’ volte parlato degli effetti positivi dell’allattamento al seno, del perchè sia da preferire, e di tutta la ricchezza in termini di contenuti nutritivi che caratterizza il latte materno. Ma ciò non può essere per forza vero per tutti, e soprattutto non lo può essere quando la mamma non sta bene e fa uso, o peggio abuso, di medicine.

Vi riportiamo il  controverso caso giudiziario che sta facendo tanto discutere: un giudice americano ha condannato una donna del Sud Carolina, Stephanie Greene  39 anni, con l’accusa di aver ucciso la sua bambina di soli 46 giorni  con una overdose di morfina assunta dalla piccola attraverso il latte materno.

La condanna inflitta è di 20 anni di prigione, che  la Greene dovrà scontare potendo beneficiare della libertà vigilata dopo ben 16  anni trascorsi in carcere.

La piccola Alexis era nata sana nel novembre del 2010. E’  stato trovata  morta nel letto appena 6 settimane dopo la sua nascita.  L ‘autopsia sul suo corpicino ha riscontrato un livello di morfina avrebbe potuto essere letale per un adulto ma nessun segno di ago. Le autorità hanno quindi dedotto che i farmaci dovevano essere stati assorbiti  con l’allattamento.

La donna infatti da più di 10 anni è tormentata dal dolore cronico, causato  da un incidente d’auto, per cui assumeva degli antidolorifici.

Aveva bisogno di quei farmaci per alzarsi la mattina” “La sua era una disabilità totale causata dal suo dolore

sostiene l’avvocato di Greene, Rauch Wise.

Quest’ultimo  ha inoltre sostenuto che i pubblici ministeri non hanno dimostrato come il bambino potesse assumere la morfina e che non ci sono evidenze scientifiche sul fatto che il latte materno può assorbire così tanta morfina da uccidere un neonato.

 L’accusa, basandosi su una revisione delle cartelle cliniche sostiene invece che la mamma abbia attentamente nascosto la gravidanza al suo medico di base per continuare ad avere prescritti gli antidolorifici.

Dopo il test si sarebbe direttamente rivolta direttamente ad un ginecologo, senza informarlo di tutti i medicinali che stava continuando a prendere.

E, quando la sua gravidanza non poteva più essere nascosta ha mandato il marito a ritirare le prescrizioni di antidolorifico. Il pubblico ministero ha dichiarato:

Era un’infermiera . Sapeva come funziona il sistema, Lei ha causato la perdita di quel bambino. “

La società vuole ritrarre le persone che hanno bisogno di antidolorifici come tossicodipendenti e persone orribili , ma queste spesso cercano solo di ottenere attraverso i farmaci sollievo da un dolore debilitante, è la causa sostienuta   dall’avvocato.

Nessuna madre era stata mai condannata negli Stati Uniti per aver ucciso il figlio attraverso il latte materno.

L’avvocato di Stephanie Greene ha già annunciato l’appello, ed il caso rischia infuocare il dibattito pubblico.

E voi universomamme cosa ne pensate? Sono giusti 20 anni?

 

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