La risposta di una mamma a chi le ha suggerito che avrebbe dovuto abortire

sindrome down

Care Unimamme, durante la Giornata Mondiale dedicata alla Sindrome di Down vi abbiamo mostrato un filmato in cui una mamma ha saputo di aspettare un figlio con la Sindrome di Down. A rispondere alla sua preoccupazione ed alle sue ansie, bambini e bambine, ma anche giovani adulti con questa sindrome e provenienti da tutto il mondo. Un video toccante che ci ha fatto soffermare su un tema molto delicato della maternità.

Oggi parliamo di mamma Sherry. La sua storia è diventata molto conosciuta sul web grazie ad un post che vogliamo farvi conoscere, un profondo spunto di riflessione sull’aborto, ma anche un esempio concreto di cosa può significare essere madre bambino con la sindrome di Down nella vita di ogni giorno.

Ecco la sua vicenda raccontata da Buzzfeed.

La “risposta” shock della mamma di un bambino con la Sindrome di Down

 A volte dimentico che il nostro figlio ha la sindrome di Down, e questo rende ancora la cosa ancora più difficile soprattutto quando qualcuno me lo ricorda in un modo non molto gentile.”

Sharry introduce così la sua replica rivolta ad una cassiera incontrata casualmente in un supermercato e che racconta attraverso il suo blog:  Hand Me Downs.

Durante una passeggiata col figlio Gabe di 2 anni, con la Sindrome di Down, Sharry si ferma in un supermercato a fare la spesa. Mamma e figlio si avvicinano alla cassa per pagare il conto ed a quel punto una cassiera guarda Sharry con in braccio Gabe e con occhi tristi di commiserazione le esprime il suo punto di vista dicendole:

Scommetto che avrebbe voluto sapere della malattia di suo figlio prima che nascesse. So che adesso esiste un test che lo permette…

La reazione di Sherry è stata tra lo shoccato e l’inorridito. Sul post descrive la furia che l’ha imperversata in quel momento al solo sentire di quelle parole, oltre alla voglia incommensurabile (ma sapientemente nascosta) di picchiarla per ciò che aveva appena sentito. Un lungo respiro e poi la replica, che con grande sforzo di sarcasmo e compostezza è venuta fuori accompagnata da un sorriso:

Eh si, lo so bene?! E ‘molto più difficile sbarazzarsi di loro una volta che escono. Mi creda ho provato a farlo

A quel punto la bocca della cassiera si è spalancata in segno di shock, Sharry si è chinata verso di lei e le ha sussurrato:

Quello dici è che andava bene ucciderlo quando era dentro di me ma non ora che è nato? Per me invece non esiste alcuna differenza. Per la cronaca, sapevamo tutto di lui già durante la mia gravidanza. Lui è nostro figlio adesso e lo era anche allora.

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Care Unimamme, questo episodio scatena riflessioni forti. Sharry ha scelto e detto la sua, rivendicando il diritto alla vita di suo figlio. In una intervista ha dichiarato che il suo post non aveva come tema l’aborto ma la sua intenzione era quella di descrivere la discriminazione a cui i bambini e le persone con la sindrome Down vanno incontro nel quotidiano. Il messaggio ha preso poi una sfumatura diversa.

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E voi unimamme, condividete la reazione di Sherry? Cosa avreste fatto al suo posto?

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