Omeopatia, nuove ricerche la ritengono inefficace

 

 

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Cari unigenitori, quante volte vi siete orientati all’omeopatia per curare, o molto spesso, prevenire alcuni malanni nei vostri bambini?

Di recente l’istituto australiano di ricerca medica, il National Health and Medical Research, ha pubblicato i risultati di un’indagine sull’efficacia dell’omeopatia, e i risultati non sono per niente incoraggianti.

L’omeopatia è efficace? Uno studio dice di no!

Lo studio si è basato su 255 ricerche scientifiche sugli effetti dell’omeopatia nel trattamento di diverse malattie ed è stata rivista da un gruppo di ricercatori indipendente. L’indagine dell’istituto australiano ha rilevato la presenza di importanti errori metodologici e di ricerca, come ad esempio il ricorso ad un campione troppo ristretto.

Il presidente del NHMRC, Paul Glasziou, in merito alle resistenze che si riscontreranno nell’accettare i risultati della ricerca ha dichiarato: “ Ci sarà ancora chi reagirà dicendo che è tutta una cospirazione dei poteri forti. Tuttavia noi speriamo che ci siano molte persone ragionevoli disposte a riconsiderare la loro scelta di vendere, usare o sovvenzionare queste sostanze“.

Le teorie dei principi omeopatici risalgono ai primi dell’Ottocento. Furono elaborate dal tedesco Samuel Hahnemann, basandosi sull’idea che la salute di ogni essere umano sia dovuta ad un'”energia vitale immateriale” che armonizza le varie parti dell’organismo. Secondo il tedesco era necessario osservare gli effetti dei medicamenti disponibili all’epoca per poterli usare con raziocinio e, sulla base di questo assunto, elaborò due teorie:

  • La legge dei simili. dove, per curare una malattia, si deve usare una medicina che produca nell’organismo una specie di malanno artificiale simile a quello di cui già soffre il paziente. La malattia indotta si deve sostituire a quella esistente e poi deve scomparire. Fatto ciò si prosegue con la seconda teoria, di seguito descritta:
  • Utilizzo infinitesimale di dosi dei medicamenti: al paziente si somministra un medicamento estremamente diluito, senza causare effetti collaterali.

In seguito venne aggiunta una terza teoria: secondo Hahnemann quasi tutte le malattie croniche erano causate dalla “psora” (la scabbia) e quindi per malanni estremamente diversi tra loro come gotta, asma, paralisi fosse sufficiente usare sempre la stessa cura contro la psora. Teoria, questa , ampiamente critica dalla comunità scientifica già all’epoca della sua pubblicazione.

Nel prodotto omeopatico alla base c’è il concetto di diluizione: il principio attivo viene diluito decine di volte  in una sostanza neutra, spesso zucchero per quanto concerne i preparati solidi. Sulle confezioni è indicato il grado di diluizione con un numero e una lettera. Per esempio: se c’è scritto 15c significa che una parte di principio attivo è stata diluita per 15 volte in 99 parti diluenti, per un totale di 100 alla 15. Tale diluizione rende praticamente impossibile un minimo effetto, della sostanza omeopatica,  su chi assume questo tipo di prodotti.

In Italia i prodotti omeopatici sono venduti solo in farmacia e non sono previste esenzioni  da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

I risultati hanno portato alla conclusione che la partica omeopatica non è risolutiva per il trattamento di qualsivoglia patologia e può mettere a rischio la salute di chi la pratica, in conseguenza del fatto che può ritardare il ricorso a trattamenti di riconosciuta efficacia.

E voi , cari Unigenitori, che esperienze avete in merito? Che ne pensate di questo studio?

 

( Fonte Il Post)

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