Lo sfogo di una mamma arrivata sull’orlo della pazzia

 

mamma impazzita

Ha fatto molto discutere il posto pubblicato su Facebook di Glennon Doyle Melton, una mamma blogger molto seguita e amata. Uno spaccato di vita da mamma, una scena che molte di noi vivono quasi quotidianamente. Ecco il suo racconto che si potrebbe intitolare prendendo a prestito le sue parole: “Non sei tu. Sono loro”.

Una mamma decide di sfogarsi

Alle due di notte il “figlio numero 3” mi risveglia da un sonno profondissimo urlando terrorizzato: “Mamma, ho appena aperto gli occhi ed era tutto buio e io ero solo nel mio letto!!!” Per l’ennesima volta gli spiego che non si tratta di una cosa strana e terribile, ma è il normale processo che si chiama “dormire”.

Alle 9 del mattino attorno al tavolo della cucina, con gli occhi semi aperti, ho ascoltato mio figlio numero 1 che mi ha parlato del fatto che avrei dovuto pagarlo per cose come respirare. Non so se ero stanca dalla notizia del numero 3 durante la notte ma ho sorseggiato il mio caffé e gli ho detto: “Ho bisogno che tu smetta di parlare. Smettela di parlare. Subito, per favore”.

Alle 10 ho portato mia figlia numero 2 in un negozio. C’era un uccello dentro la gabbia. Figlia numero 2 ha passato novanta secondi con quell’uccello. Dopo aver lasciato il negozio, figlia numero 2 mi ha guardato e mi ha detto: “Mamma, invece di regalarmi un cavolo, dovresti regalarmi un uccello”. Eh? Non ho intenzione di regalarti un cavallo, un uccello o un ghiacciolo. Di che cosa stai parlando? Vai in macchina. E la successiva ora la figlia numero 2 non ha fatto altro che parlarmi di quell’uccello. Apparentemente le ho rovinato la vita perché – cito – “Conosci il valore della famiglia, mamma. Quell’uccello era la mia famiglia”.

Glennon cerca di lanciare un messaggio a tutte le mamme:

Ogni volta che vi sentite come se steste per impazzire, non preoccupatevi: mettete un cartello sopra il frigo e scrivete:

Non sei tu. Sono loroSono loro”

“Ho trascorso diverso tempo in un ospedale psichiatrico e posso affermare che chiunque, ogni essere umano che ho incontrato, è più ragionevole delle persone che vivono qui. Tutte.

VOI SIETE BRAVE E NORMALI E RAGIONEVOLI. SONO LORO. La pazzia non è nella vostra testa. E’ nella VOSTRA CASA. Dobbiamo solo aspettare che se ne vadano. Ripetete con me: non sono io. Sono loro”.

E voi unimamme condividete il messaggio di Glennon?

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