Tra 5 o 10 anni gli uomini potranno partorire, lo dice la scienza

gli uomini potranno partorire

Abbiamo raccontato recentemente la storia di una donna che è diventata mamma pur se nata senza utero, grazie ad un trapianto d’utero donato.

Qualcuno però si è anche posto la domanda se ciò potrà permettere anche agli uomini di partorire: se così fosse, si tratterebbe di una svolta epocale (o di una forzatura della natura?). Pare infatti che la medicina stia compiendo dei grandi passi per il trapianto di utero anche sugli uomini, cosa che di fatto permetterebbe l’impianto di un embrione e la conseguente gravidanza.

Gli uomini potranno partorire: ecco come 

Anche se sembra fantascienza, starebbe già avvenendo: tra cinque, massimo dieci anni, infatti il trapianto dell’utero per gli uomini potrebbe essere realtà.

Un gruppo di medici della Cleveland Clinic, nell’Ohio,  avrebbe iniziato lo screening dei candidati idonei alla sperimentazione per questo tipo di operazione. La dottoressa Karine Chung, direttrice del programma di conservazione della fertilità presso la University of Southern California’s Keck School of Medicineafferma: “Non ci sono così tante differenze tra l’anatomia maschile e quella femminile. Probabilmente qualcuno prima o poi sarà in grado di farlo“.

E’ vero che le donne nascono predisposte per la gravidanza e il parto: hanno la vascolarizzazione necessaria ad alimentare l’utero, i legamenti pelvici disegnati per supportare l’utero, una vagina e una cervice, e ormoni naturali che preparano l’utero.

Ma, sempre secondo questi ricercatori, per gli uomini sarebbe possibile legare il ramo di un grande vaso sanguigno come l’arteria iliaca interna all’utero trapiantato. Una terapia ormonale, potrebbe diminuire il testosterone e introdurre progesterone ed estrogeni per preparare l’utero alla gravidanza. Circa vagina e cervice, la chirurgia plastica che si rivolge ai transgender è già in grado di realizzarli.

Se da un punto di vista prettamente fisiologico pare non ci siano troppi ostacoli, il fattore di impedimento è soprattutto economico: secondo la Fondazione Nazionale dei Trapianti, negli Usa i costi per un trapianto sono troppo elevati. Ad esempio il trapianto di cornea costa 25.000 dollari, mentre si può arrivare a un milione e 300mila dollari per quello del cuore. Quindi sarebbe un “capriccio” per pochi.

A ciò  si aggiunge infine anche l’aspetto etico: il dottor Arthur Caplan, direttore di etica medica presso la NYU School of Medicine, sostiene che questo non sia davvero un’esigenza prioritaria: “Non credo che il trapianto uterino per gli uomini sia una priorità, soprattutto se si considerano le scarse risorse economiche a disposizione“.

A tutto ciò detto,  va aggiunto che il trapianto di utero può essere difficile e pericoloso, in quanto i pazienti dovranno prendere medicine per evitare il rigetto per tutta la durata della gravidanza, e potranno anche avere infezioni.

La domanda allora è: ne vale davvero la pena? E’ davvero così prioritaria come esigenza? Quali le conseguenze a lungo termine sui figli?

Qualche anno fa aveva fatto scalpore la storia di Thomas Beatie, l’uomo dell’immagine, nato donna e diventato uomo a seguito di una terapia ormonale del sesso opposto, che nel 2008 aveva partorito una bambina. Aveva infatti scelto di mantenere gli organi genitali femminili per poter partorire.  L’inseminazione artificiale era avvenuta in casa tramite una siringa con un donatore esterno: nessuno infatti aveva voluto prendere in carico la coppia – formata da Thomas e dalla moglie Nancy – per le implicazioni che questo avrebbe comportato.

Voi unimamme, cosa pensate di tutto ciò?

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