Ancora bambini vittime: l’attentato in un parco pieno di famiglie a Pasqua

attentato al parco
@getty

Care Unimamme, solo pochi giorni fa vi avevamo parlato del numero enorme di bambini vittime di guerre: oltre 87 milioni di bambini sotto i 7 anni hanno visto solo la guerra.

Anche oggi, purtroppo, torniamo a parlarvi di bambini vittime di attentati: questa volta è avvenuto in Pakistan e nel giorno di Pasqua e l’autore ancora una volta un kamikaze.

Il parco si trova a Lahore, nella provincia del Punjab, in Pakistan, e qui un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino alle altalene di un parco pubblico di un quartiere residenziale della città, frequentato da famiglie, per lo più cristiane. Il bilancio attualmente è di 69 morti e di oltre 300 feriti. I bambini  e le donne le vittime principali.

Il governo della provincia ha dichiarato 3 giorni di lutto e sta attrezzandosi per intervenire sui numerosi feriti, portati agli ospedali vicini da taxi e autorisciò presenti nei pressi del parco, per la carenza di autoambulanze. Fortunatamente, centinaia le persone che stanno accorrendo per donare il sangue.

Secondo quanto riportano i media locali, il parco era affollato perché era la domenica di Pasqua, una festa importante per i cristiani, e l’attentato è stato rivendicato dal  gruppo talebano Jamatul Ahrar.

Il parco, come altri della capitale, non avevo nessun controllo da parte della polizia, nonostante il quartiere fosse stato solo un anno fa meta di un altro attentato dove 2 kamikaze dello stesso gruppo terroristico si erano fatti esplodere all’ingresso di 2 chiese, una cattolica e l’altra cristiana uccidendo 17 persone.

Il Pakistan è una nazione di 190 miloni di persone e il Punjab è la più grande e ricca provincia, tradizionalmente rinomata per essere più pacifica di altre parti del paese, si legge sul sito della Reuters.

Noi unimamme, non possiamo fare altro che pregare per le vittime di questo e di tanti altri folli gesti di cui sentiamo parlare, e sperare che quest’odio omicida, oramai è parte integrante del mondo in cui viviamo, smetta di mietere vittime, sempre più spesso tra le persone più indifese.

 

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