“Ero un uccello in gabbia”: per i medici non avrebbe mai comunicato, ora scrive

La vera disabilità è quella dell’anima che non comprende, quella dell’occhio che non vede i sentimenti, quella dell’orecchio che non sente le richieste d’aiuto. Solitamente, il vero disabile è colui che, additando gli altri,ignora di esserlo”

G. Rovini

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Jonathan Bryan è un vero “bimbo prodigio”, la sua incredibile storia potrebbe infatti essere d’ispirazione per libri e film su coraggio e determinazione.

Bambino che non può parlare grazie alla mamma ora può comunicare

Ma procediamo con calma, perché questo ragazzino che oggi ha 10 anni ha avuto un inizio decisamente molto difficile.

Jonathan è nato affetto da una grave paralisi cerebrale dovuta a un incidente stradale in cui sua mamma Chantal è rimasta coinvolta mentre era incinta.

Il piccolo è nato prematuro a 36 settimane a seguito del distacco della placenta e ha subito dovuto affrontare, oltre alla paralisi cerebrale, anche il collasso di un rene e la dipendenza da ulteriori razioni di ossigeno per poter sopravvivere.

A causa di tutto questo Jonathan è stato privato della possibilità di camminare e parlare.

Secondo i medici questo bambino non avrebbe mai potuto imparare a scrivere e leggere a causa delle sue gravi disabilità.

Il figlio di Chantal ha provato a frequentare una scuola speciale per bambini disabili ma nessuno gli ha insegnato a leggere e scrivere.

La sua famiglia però non si è arresa e la sua mamma, in modo particolare, si è impegnata a insegnargli a leggere usando gli occhi per scegliere le lettere su una lavagna trasparente adibita all’uso.

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Un esperto infatti aveva suggerito alla mamma che Jonathan avrebbe potuto comunicare con gli occhi e così da quando aveva 7 anni Chantal ha fatto lezione ai figlio.

Un giorno, dopo tanti sforzi, c’è stata una svolta e il piccolo Jonathan ha iniziato a sillabare correttamente le lettere tramite i suoi occhi.

A 9 anni, Jonathan, stufo delle parole scelte dalla donna, ha cominciato a comporre una storia.

La gioia di sua mamma Chantal, che l’ha sempre seguito da vicino facendogli lezione a casa, e di tutta la famiglia, composta anche dalle sorelle Susannah di 7 e Jemima di 4, è stata enorme.

“Non riesco a esprimere com’è poter parlare con il tuo bimbo per la prima volta” ha dichiarato al The Sun la mamma di Jonathan.

“Jonathan si è sbloccato e ha cominciato a scrivere una storia originale, compitando miriade”.

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Nel giro di un anno Jonathan è fiorito passando dal totale silenzio a scrivere tutto ciò che voleva grazie alla tavoletta. Il bimbo è diventato così abile da poter comporre poesie e tenere addirittura un blog: Eye can talk, dove pubblica i suoi componimenti, racconta la sua vita e le sue iniziative.

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Jonathan non sarebbe mai arrivato a questo punto usando altri mezzi di comunicazione. Quando gli ho chiesto cosa trovasse più frustrante non mi ha detto non poter parlare ma che qualcuno dovesse lavargli la faccia“.

Questo bambino, un tempo ritenuto incapace di apprendere, ora è ben più avanti dei coetanei per quanto riguarda la capacità di lettura e adesso è lui stesso in prima fila per promuovere migliorie nell’educazione dei bambini disabili.

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Come si legge sul Mirror Jonathan ha scritto direttamente al Primo Ministro Britannico per l’educazione per esortarla a fare di più per i bambini disabili che non possono parlare nelle scuole.

La possibilità di comunicare tramite la scrittura gli ha aperto porte infinite che altrimenti gli sarebbero state precluse per sempre.

Quest’anno ha partecipato a un concorso di BBC Radio 2 componendo una storia di 500 parole.

Questo determinatissimo ragazzino ha impiegato 30 ore per terminare il compito. “Prima mi sentivo come un uccello in gabbia” ha raccontato.

Se più persone avessero creduto in me avrei imparato a leggere e scrivere insieme ai miei compagni nella classe tradizionale ha aggiunto, riferendosi anche a tutti quei bambini che magari non hanno la fortuna di aver avuto al proprio fianco una mamma come Chantal “ciò che mi fa soffrire è vedere i miei amici che non possono parlare sulle carrozzelle e che non possono godere della pienezza della vita perché nessuno pensa che valga la pena insegnare loro l’alfabeto”.

Sono chiusi da qualche parte in attesa che qualcuno gli dia l’opportunità di avere una voce.”

“Per me il mondo è cambiato completamente da quando sono stato in grado di dire cosa voglio”.

Ora Jonathan può frequentare persino una scuola tradizionale di pomeriggio.

“Il mio sogno è che tutti i bambini possano imparare a leggere e scrivere” ha scritto Jonathan al Ministro dell’educazione “sottostimare i bisogni dei bambini disabili vuol dire rubare loro il diritto all’educazione e alla comunicazione, finché questo non sarà visto come l’abuso che in realtà è, niente cambierà”. 

Unimamme cosa ne pensate della toccante storia di Jonathan e delle sue parole per promuovere l’educazione di questi piccini?

Noi vi lasciamo con la vicenda di un bimbo affetto da paralisi cerebrale che ha commosso il mondo riuscendo in un’impresa incredibile.

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