Mammografia: è utile, ma fino a che punto per prevenire il cancro al seno?

In questi giorni sta imperversando sui social una campagna che sta facendo molto discutere: si tratta di mettere sulla propria bacheca di Facebook un cuore per ricordare alle donne di sottoporsi alla mammografia per prevenire il cancro al seno. Subito è scattata la polemica perché ovviamente un cuore non salva le vite, ma solo un esame specifico a cui ogni donna dovrebbe sottoporsi di routine.

Stando però ad una ricerca del Nordic Cochrane Center di Copenaghen durata ben 17 anni, pare che anche la mammografia non sia poi così sicura: secondo lo studio infatti il più diffuso metodo diagnostico per la rilevazione di lesioni che potrebbero portare a tumori porterebbe ad aumentare il rischio di sovradiagnosi, andando insomma a rilevare un male anche quando non c’è e sottoponendo la donna a delle cure troppo invasive oltre che inutili.

Un’evidenza sostenuta con tanto di prove: dai risultati infatti è emerso che ad un terzo del campione di donne tra i 35 e gli 84 anni -che si sono sottoposte ogni due anni allo screening di prevenzione sono state rilevate lesioni che non avrebbero causato problemi di salute anche molto gravi.  Per esempio nel 2010 è stato evidenziato che sono stati sovradiagnosticati 271 cancri invasivi alla mammella e 179 carcinomi.

La ricerca appunto ha concluso che in un caso su 3 di tumori o di carcinomi nelle donne che si sono sottoposte allo screening sono appunto stati sovradiagnosticati (l’incedenza è del 48.3%).

Un’indagine che sicuramente farà molto discutere e che fa riflettere sull’importanza di una maggiore precisione e efficacia di questo strumento di prevenzione, sicuramente molto importante. E unimamme: andate comunque a fare la mammografia, perché bisogna prendersi cura di sé e della propria salute, senza mai pensare che le cose accadano solo agli altri e mai a noi.

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