Neonato di 7 settimane non respira ma la mamma lo salva grazie a un video

neonato salvato dalla mamma
Alex e Joel (Pa Real Life)

Una vicenda drammatica, ma con un lieto fine è quella del neonato salvato dalla mamma. La storia del piccolo Joel e di sua mamma Alex.

Neonato smette di respirare: la mamma interviene correttamente e lo salva

Il fatto è accaduto a Wigan, vicino Manchester, in Inghilterra. Questa mamma si trovava in auto e stava tornando da scuola dove era andata a prendere all’uscita dalle lezioni il figlio maggiore, Tom, di nove anni. Con lei c’erano suo marito Stephen e il piccolo Joel, di appena 7 settimane, seduto nel seggiolino posteriore.

Tutto ad un tratto il piccolo Joel si è sentito male, ha smesso di respirare. Mamma Axel in quel momento stava caricando il passeggino nel portabagagli, quando suo marito Stephen ha iniziato ad urlare dicendo che il bambino era diventato blu in volto. La donna si è messa anche lei a urlare, in cerca di aiuto, chiedendo disperatamente che qualcuno chiamasse un ambulanza.

Fortunatamente Alex sapeva cosa fare. Proprio il giorno prima, infatti, la giovane mamma aveva visto in tv un video, o meglio uno spot pubblicitario della St John Ambulance, l’organizzazione più importante di assistenza e primo soccorso inglese,  in cui si spiegava come intervenire in caso di crisi respiratoria o cardiaca in un neonato.

Ha quindi tirato fuori il piccolo Joel dalla macchina ed è corsa nel negozio più vicino. Qui ha disteso il bambino a terra, supportata da una donna, e ha iniziato a praticargli la rianimazione cardiopolmonare: a mamma ha praticato la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco al figlio. La donna presente l’aiutava a contare le compressioni.

Poco dopo è arrivata l’ambulanza e una volta in ospedale i medici hanno detto a mamma Alex che il suo intervento è stato determinante e che ha salvato la vita al figlio neonato.

Una circostanza incredibile. Grazie a quello spot visto in televisione la mattina prima, Alex è riuscita a salvare la vita al figlioletto di poche settimane di vita.

Quando ha soccorso il piccolo Joel la donna ha seguito le indicazioni che aveva ascoltato nello spot televisivo:

  • chiamare subito un ambulanza,
  • soffiare cinque volte sulla bocca e il naso del bambino
  • ed effettuare 30 compressioni sul petto,
  • seguite da altri due soffi (insufflazioni)
  • e altre 30 compressioni.

La donna ha seguito questa procedura per nove minuti in attesa che arrivasse l’ambulanza. Il piccolo Joel ha ripreso a respirare e una volta ricoverato in ospedale, è stato dimesso dopo soli tre giorni.

Una storia che può sembrare un miracolo, ma se c’è di mezzo anche la fortuna il merito è soprattutto della prevenzione.

Alex oggi incoraggia tutte le mamme ad imparare le procedure della rianimazione cardiopolmonare, come si legge sul Sun.

neonato salvato dalla mamma
Il piccolo Joel con mamma, papà e fratello (Pa Real Life)

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Joel con il fratello (Pa Real Life)

Rianimazione cardiopolmonare nei neonati: ecco le regole

Le autorità sanitarie britanniche hanno diffuso queste regole di comportamento per la rianimazione cardiopolmonare dei neonati. Procedure che corrispondono a standard internazionali.

In presenza di crisi respiratoria e cardiaca nei neonati occorre seguire queste regole:

  • Chiamare un ambulanza
  • Praticare 5 insufflazioni (soffi) su naso e bocca insieme
  • Eseguire il massaggio cardiaco: 30 compressioni al centro del petto da fare con due dita
  • Altre due insufflazioni su naso e bocca
  • Seguire con altre 30 compressioni
  • Ripetere gli ultimi due passaggi prima dell’arrivo dell’ambulanza

Quest’associazione, la St John Ambulance, assieme alla catena di supermercati Tesco, ha anche ideato una tutina per neonati dove sono riportate con dei disegni tutte le informazioni su come comportarsi con i neonati in caso di emergenza.

E voi Unimamme cosa pensate di questa storia? Avete imparato le procedure di pronto soccorso per i vostri figli? Corsi appositi vengono organizzati dalla Croce Rossa, informatevi presso le sedi CRI della vostra città.

Vi ricordiamo una storia inversa: quella della mamma salvata dal figlio di 6 mesi.

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