Listeriosi: è allarme degli esperti per le donne in gravidanza

È allarme listeriosi anche tra le donne in gravidanza. L’infezione è in aumento tra le persone anziane e le donne giovani, in particolare quelle incinte. Si tratta dei soggetti più vulnerabili. L’allarme viene dall’EFSA (European Food Safety Authority), l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.

Allarme listeriosi tra le donne in gravidanza

La listeriosi è un’infezione provocata dal batterio Listeria monocytogenes, causata solitamente dall’ingestione di cibo contaminato e classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti. Il primo caso umano documentato di listeriosi risale al 1929, e il primo caso perinatale al 1936.

La malattia nei Paesi occidentali sta suscitando sempre più preoccupazione e sta diventano un problema di sanità pubblica. Infatti, nonostante la listeriosi sia una malattia abbastanza rara, tuttavia, presenta sintomi gravi e ha tassi di mortalità elevati, soprattutto nei soggetti deboli, come neonati, donne incinte, anziani e adulti immuno-compromessi. L’allarme, poi, riguarda le epidemie che si sono verificate di recente, in particolare a seguito alla distribuzione di cibo contaminato attraverso le grandi catene di ristorazione.

Un allarme che ora viene rilanciato dall’EFSA per anziani e donne incinte. I casi di listeriosi, infatti, sono aumentati tra le persone sopra i 75 anni di età e tra le donne dai 25 ai 44 anni di età, si presume in gravidanza. La conclusione viene da un parere scientifico dell’EFSA sul batterio Listeria monocytogenes e sui rischi per la salute pubblica derivanti dal consumo di alimenti pronti contaminati. Il parere riguarda il periodo 2008-2015.

Gli esperti hanno avviato la loro indagine a seguito del rapporto di sintesi dell’UE del 2015 sulle malattie zoonotiche di origine alimentare, il quale aveva evidenziato una crescente tendenza alla listeriosi nel periodo 2009-2013. Secondo gli esperti dell’EFSA, l’aumento dei casi di listeriosi tra gli anziani è probabilmente dovuto ad un aumento della percentuale di persone di età superiore ai 45 anni già affette da malattie come cancro e diabete, quindi più suscettibili alle infezioni. Anche l’aumento del consumo di cibi pronti insieme al miglioramento dei sistemi di monitoraggio in alcuni Stati membri potrebbe aver contribuito alla crescita del numero dei casi di listeriosi.

La maggior delle persone viene infettata dalla listeriosi attraverso il consumo di cibi pronti, come il pesce affumicato e stagionato, la carne sottoposta a trattamento termico e i formaggi molli e semi-molli. Anche altri alimenti, come le insalate pronte, possono causare la listeriosi.

Inoltre, secondo gli esperti dell’EFSA, un terzo dei casi di infezioni può essere causato dalla crescita del batterio Listeria monocytogenes negli alimenti preparati e conservati a casa in frigo in modo scorretto.

Pertanto, alla luce di queste considerazioni, è importantissimo seguire buone pratiche igieniche nella conservazione degli alimenti, come il rispetto delle date di scadenza, delle temperature e dei tempi di conservazione raccomandati dai produttori. Per la conservazione in frigorifero, l’Organizzazione mondiale della Sanità consiglia di tenere gli alimenti a temperature inferiori ai 5° centigradi.

Listeriosi: alcune informazioni

Alcune informazioni sulla listeriosi, come agisce, quali sono i sintomi, come curarla e soprattutto come prevenirla

Il batterio Listeria monocytogenes, che causa la listeriosi, è ubiquitario, è molto diffuso nell’ambiente e si trova comunemente nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione e nelle feci di numerose specie animali, senza che questi mostrino sintomi apparenti. Può contaminare qualunque livello della catena alimentare. Può crescere e riprodursi a temperature variabili da 0 a 45°C, tende a persistere nell’ambiente e quindi essere presente anche in alimenti trasformati, conservati e refrigerati.

Gli alimenti principalmente associati all’infezione da listeriosi sono:

  • pesce fresco e affumicato
  • carne,
  • verdure crude,
  • latte non pastorizzato,
  • latticini come formaggi molli e burro,
  • cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog,
  • carni fredde tipiche delle gastronomie,
  • insalate preconfezionate,
  • panini.

Raramente le infezioni di listeriosi possono verificarsi tramite il contatto diretto con animali, persone o l’ambiente contaminato.

Sintomi

Il rischio di sviluppare la listeriosi si ha anche con bassi livelli di carica batterica, anche se la maggior parte dei soggetti adulti in buona salute non presenta alcun sintomo dopo il consumo di alimenti contaminati o può presentare sintomi gastroenterici quando la contaminazione è molto elevata.

La listeriosi può assumere diverse forme cliniche:

  • gastroenterite acuta febbrile tipica delle intossicazioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (ed è autolimitante nei soggetti sani),
  • gastroenterite invasiva o sistemica.

Le donne in gravidanza di solito manifestano una sindrome simil-influenzale con febbre e altri sintomi non specifici, come fatica e dolori. Occorre fare molta attenzione, tuttavia, perché le infezioni contratte in gravidanza possono comportare serie conseguenze sul feto:

  • morte fetale,
  • aborto,
  • parto prematuro,
  • listeriosi congenita.

Negli adulti immuno-compromessi e negli anziani, la listeriosi può causare meningiti, encefaliti, gravi setticemie. Queste manifestazioni cliniche si curano con gli antibiotici, ma la prognosi nei casi più gravi è spesso letale. L’incubazione media è di 3 settimane (ma può prolungarsi fino a 70 giorni).

La listeriosi nella maggior parte dei casi richiede il ricovero delle persone colpite. Purtroppo le conseguenze della malattia possono essere letali nei soggetti deboli: anziani, persone immuno-compresse, donne in gravidanza e neonati.

Prevenzione e trattamento

Il modo migliore per combattere la listeriosi è un’attenta ed efficiente prevenzione, che parte da una scrupolosa osservanza delle norme igieniche: conservare i cibi secondo le indicazioni e le date di scadenza, mantenere bassa la temperatura del frigorifero, lavare il cibo in maniera adeguata prima di consumarlo, lavare bene le mani prima di trattare il cibo o cucinarlo, lavare bene anche coltelli, taglieri e piani di lavoro, cuocere i cibi in modo adeguato.

Per altre indicazioni rimandiamo al sito web di Epicentro, da cui sono tratte queste informazioni.

Segnaliamo anche le indicazioni (anche in italiano) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul trattamento e la conservazione dei cibi.

Lo studio dell’EFSA sulla listeriosi (in inglese): Listeria monocytogenes contamination of ready-to-eat foods and the risk for human health in the EU

Altri consigli sulla prevenzione della listeriosi in un nostro precedente articolo.

Gli esperti dell’EFSA spiegano cos’è la listeriosi, come si prende e come si cura e previene (video in inglese con possibilità di attivare i sottotitoli in italiano, dall’apposito menù previsto da YouTube: cliccare sulla rotellina delle impostazioni in fondo a destra nel video)

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