Preti e suore digiunano per riaprire i porti

migranti

Preti e suore di strada hanno indetto un digiuno di 10 giorni contro le politiche di Salvini sui migranti.

Digiuno di giustizia: l’iniziativa del mondo cattolico

Il mondo ecclesiastico, formato da preti e suore di strada, ha deciso di prendere una posizione forte sulle politiche riguardanti i migranti, adottate dal nostro ministro dell’Interno Salvini.

L’appello è rivolto a “tutti gli uomini e alle donne di buona volontà” affinché, tramite uno sciopero della fame di 10 giorni, chiamato, Digiuno di giustizia, si rifletta sulla posizione discriminatoria.

La protesta è indirizzata alla decisione del governo di non accogliere i migranti, di chiudere i porti alle navi delle Ong e affidare il salvataggio dei migranti alla guardia Costiera Libica che li riporterà nel caos, fatto di violenze, della Libia.

Preti come padre Alex Zanotelli, che abita nel rione sanità di Napoli,  il vescovo emerito di Caserta monsignor Raffaele Nogarodon Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge di Firenzesuor Rita Giaretta di “Casa Ruth” e padre Giorgio Ghezzi. Dopo aver indossato la maglietta rossa lo scorso sabato raccogliendo l’appello di don Luigi Ciotti, di ArciAnpi e Legambiente, hanno deciso di trovarsi inizialmente sotto le finestre del Vaticano per poi trasferirsi sotto Montecitorio per protestare, pacificamente, digiunando.

Il digiuno rappresenta anche un appello alla Cei, alle singole realtà parrocchiali. Le scuole espellono i bambini stranieri: cosa accade in un comune italiano. “Proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti”.

A sostenere l’iniziativa troviamo anche Monsignor Nogaro, ma anche la Comunità del Sacro Convento di Assisi.

Quanto sta accadendo è il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la “patria dei diritti umani”. È un crimine contro un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.

Partecipe dell’iniziativa è anche Don Alessandro Santoro che vive in un quartiere difficile di Firenze.

“Le scelte attuate da questo Governo sono incompatibili con il Vangelo e la Costituzionedichiara su Il Fatto quotidiano.

Secondo Don Santoro Salvini sta usando le parole per ottenere consenso.  “Il linguaggio di Salvini somiglia molto a quello usato negli anni Venti con Benito Mussolini. Dobbiamo alzare l’antenna perché rischiamo di fare la stessa fine. “

Il prete guarda lontano, alla marcia della pace del 7 ottobre che secondo lui sarà una grande occasione per denunciare le cose come stanno.

Infine ecco come si conclude l’appello: “l’Onu parla di oltre mille morti in questi mesi. Papa Francesco ha fatto sue le parole dell’arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: ‘Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, è in grado di riconoscere immediatamente la ‘bancarotta dell’umanità. È il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: ‘Ero straniero … e non mi avete accolto’. Noi chiediamo a tutti i credenti di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane”.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questa iniziativa?

Noi vi lasciamo con la recente iniziativa delle magliette rosse per i bimbi migranti.

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