Parlano i nonni della ragazza che ha ucciso il padre violento

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I nonni di Deborah, la ragazza che ha ucciso il padre violento, hanno raccontato che i maltrattamenti in quella casa duravano da tempo.

I nonni della ragazza che qualche giorno fa ha ucciso il padre violento a Monterotondo hanno raccontato quello che da tempo avveniva in quella casa. Il padre di Deborah, Lorenzo Sciacquatori, era un uomo violento che picchiava la compagna anche quando era incinta.

I nonni di Deborah raccontano di aver cercato di convincere la figlia ad allontanarsi dal compagno,  ma lei non ha mai accettato.

Ad oggi la ragazza è agli arresti domiciliari in attesa che il giudice decida se il suo gesto è stato solo per legittima difesa.

I nonni di Deborah: “Picchiava nostra figlia anche quando era incinta, volevamo che lo lasciasse”

I nonni di Deborah Sciacquatori, la ragazza che ha ucciso il padre violento dopo l’ennesima lite scoppiata in casa, hanno raccontato le violenze che la nipote e la figlia subivano da anni.

Nonno Vito e nonna Giovanna hanno raccontato le violenze che la loro figlia Antonietta  subiva da anni, anche quando era incinta di Deborah: “Questa situazione si sapeva da anni, noi siamo sconvolti ma lo immaginavamo, succedeva quasi tutti i giorni. Lorenzo picchiava nostra figlia anche quando era incinta“. La picchiava senza preoccuparsi delle conseguenze dei suoi gesti violenti verso una donna che stava aspettando un bambino.

Vito e Giovanna hanno cercato di convincere la figlia a lasciare quell’uomo, ma non ci sono mai riusciti: “Abbiamo provato a convincere nostra figlia ad allontanarsi da lui, per il bene suo e della bambina ma lei non ha accettato: temeva infatti che il compagno potesse fare del male anche a noi, che siamo i suoi genitori“.

I due aggiungono: “Quello che è successo non lo auguro a nessuno. Quattro, cinque anni fa mia figlia ha denunciato, ma la cosa si ripeteva. Mio genero aveva bisogno di aiuto, era debole, si arrabbiava per niente, era nervoso. Mischiava alcol, droga e le gocce che prendeva per restare calmo. Stava fuori di testa, non capiva più niente. Quando andavamo a casa loro, però, si nascondeva dentro la camera, usciva per salutarci ma con noi non parlava. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, l’abbiamo pure allontanata ma non c’è stato nulla da fare. Mia figlia temeva che avrebbe ucciso anche noi, che sarebbe venuto a casa nostra. Ma a noi non ha mai detto niente, da noi non si è mai visto”.

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Intervistati da FanPage i vicini di casa hanno confermato che i maltrattamenti duravano da anni e dalla loro casa si sentivano spesso urla, minacce di morte e rumori di oggetti infranti. Sapevano che l’uomo era violento, tutti in città conoscevano la condizione in cui la famiglia viveva.

Infatti, le forze dell’ordine erano intervenute tre o quattro volte all’interno dell’abitazione. Purtroppo nessuno ha potuto fare niente per evitare questa situazione, un altro vicino ha raccontato: “Se non fosse stato ucciso avrebbe prima o poi ucciso lui un componente della famiglia“.

La ragazza adesso si trova ai domiciliari a casa della zia che abita poco distante da quella dove viveva in precedenza con la famiglia.  Sta aspettando la decisione della procura di Tivoli che dovrà valutare, alla luce delle violenze e dei maltrattamenti subiti, se sia un fatto riconducibile a legittima difesa.

Voi unimamme che ne pensate di questa storia familiare?

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