“Per me ero già mamma”: storie di donne che hanno subito un aborto

Le donne che subiscono un aborto non sempre riescono a superare il trauma senza un aiuto. Delle donne hanno raccontato cosa hanno dovuto affrontare.

Donne ed aborto
“Per me ero già mamma”: storie di donne che hanno subito un aborto – Universomamma.it

Un quotidiano britannico, The Guardian, ha chiesto ai suoi lettori, che hanno avuto un aborto spontaneo, di raccontare cosa hanno provato in quei momenti e nei giorni successivi. Questo perché un recente studio ha dimostrato che un terzo delle donne sperimenta un disturbo da stress post-traumatico (PTSD, post-traumatic stress disorder) dopo aver perso il bambino all’inizio della gravidanza.

Donne ed aborto: le storie di alcune donne che hanno dovuto affrontare un evento difficile

Purtroppo, può capitare che una gravidanza si interrompa nelle prime settimane spontaneamente. Le donne, ma anche uomini, reagiscono a seguito di questo evento in maniera diversa. C’è chi riesce ad andare avanti, ma c’è anche chi ne soffre e cade in uno stato di depressione. Alcune donne inglesi di età diverse hanno raccontato la loro esperienza.

Ad esempio Eleanor, 34 di Northamptonshire ha raccontato di aver avuto 3 aborti spontanei solo nel 2018 e tutte e tre le volte non era arrivata alla 12esima settimana. Questo l’ha portata ad essere ansiosa, ad avere disturbi del sonno e pensieri negativi: “Ho trascorso molto tempo a piangere e ho continuato ad avere dei flashback sul terzo, quello più traumatico aborto spontaneo, in particolare quando cerco di dormire o di rilassarmi. Quella volta, ho avuto un sanguinamento così grave che sono stata portata d’urgenza in ospedale con l’ambulanza”. La sua famiglia all’inizio non aveva capito l’impatto che aveva avuto su di lei l’ultimo tragico episodio. Anche i medici all’inizio non l’hanno aiutata a gestire le sue paure e le sue ansie, solo grazie ad una terapia cognitivo comportamentale (CBT) è riuscita a trovare quel sostegno che tanto desiderava.

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Poi c’è anche Nicole, 33 anni di Londra che ha scoperto una gravidanza extrauterina a soli 4 mesi prima del matrimonio. Anche per lei riuscire a superare il trauma non è stato facile: “Mi hanno dovuta operare per interrompere la gravidanza e ho perso una tuba di Falloppio. Penso che sia difficile per le persone capire cosa significhi perdere una gravidanza nelle prime settimane. Il mio cuore si spezza ogni volta che ci penso. Per me essere incinta era un sogno. Solo le altre donne nella mia situazione potranno capire”.

Un’altra donna che non si è firmata ha raccontato di aver avuto ben sei aborti spontanei e che ha avuto in seguito diversi problemi come: incubi, insonnia, attacchi di panico e depressione. Lei non ha ricevuto nessun supporto psichiatrico o psicologico, ha fatto però una terapia privata per affrontare i sintomi: “Amici e parenti non sapevano davvero cosa dire e non capivano cosa stava succedendo dentro di me. Ha influenzato ogni aspetto della mia vita. Per fortuna, ho due figli sani, ma la gravidanza, subito dopo gli aborti spontanei, è stata molto stressante”.

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Invece, Bibi 40 anni dall’Austria, ha raccontato di aver avuto un aborto spontaneo a 14 settimane. In seguito, ha iniziato ad avere incubi e si chiedeva se venisse punita perché aveva evitato di rimanere incinta per così tanto tempo. “Tutti continuavano a dirmi che andava bene e sarei rimasta incinta di nuovo, come: “A chi importa se hai perso tuo figlio? Ce ne saranno altri”. Non importava se mio figlio non era tecnicamente un essere umano ma solo un grumo di cellule, era mio figlio ed era sparito”. Da quell’aborto non ha voluto più provare ad avere figli, con il padre del bambino abortito si è lasciata dopo un anno.

Un’altra donna ha raccontato che a seguito dell’aborto spontaneo avvenuto a 12 settimane i suoi rapporti con il compagno si sono inclinati. Anche lui soffriva, ma nessuno dei due ha saputo esprimere i propri sentimenti senza paura di ferire l’altro. Alla fine si sono allontanati e separati definitivamente.

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Infine una donna ha raccontato di come le persone cercavano di consolarla, ma sortivano l’effetto contrario. Le frasi erano del tipo: “Almeno sai che puoi rimanere incinta” e “La mia amica ha avuto sette aborti …” (come se fosse una competizione?). Non era questo quello di cui aveva bisogno: “Avevo solo bisogno di qualcuno che mi dicesse che erano dispiaciuti per la mia perdita. Potrei non aver incontrato quel bambino, ma nella mia testa ero già una mamma e poi improvvisamente non lo ero più. Mi sono sentita una fallita. Quando poi è rimasta di nuovo incinta non riusciva a godersi la gravidanza: “Invece di essere felice quando ho sentito che il bambino si muoveva o calciava, ero terrorizzata. Mentre entravo nel mio terzo trimestre e la mia ansia per la gravidanza era alle stelle, ero convinta che l’avrei perso, ma il mio bambino è nato felice e in buona salute”.

Voi unimamme avete avuto esperienza simili? Cosa ne pensate di queste storie?

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