Contagio madre-neonato: le indicazioni aggiornate degli esperti

Il contagio tra la madre e neonato va assolutamente evitato. Gli esperti del SIN hanno redatto una guida aggiornata per prevenire i contagi e per gestirli.

Contagio madre-neonato
Contagio madre-neonato: le indicazioni aggiornate degli esperti – Universomamma.it

Durante l’emergenza sanitaria che è in corso nel nostro Paese, ma non solo, stanno nascendo molti bambini. La nascita di un bambino è sempre una bella notizia, ma è importante proteggere il nascituro dal contagio che avviene, di solito dalla madre. Per questo, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha pubblicato il secondo aggiornamento del documento “ALLATTAMENTO e INFEZIONE da SARS-CoV-2 (Coronavirus Disease 2019 – COVID-19)”, la cui prima versione era stata diffusa il 28 febbraio a tutti i centri nascita italiani. In questo modo si cerca di dare delle indicazioni per evitare che il piccolo possa essere contagiato.

Contagio madre-neonato: le indicazioni per evitare o gestire i contagi

Gestire le donne incinte e che sono anche infette e “gestire la possibile trasmissione materno-infantile dell’infezione, prima, durante e dopo il parto, infatti, rappresenta un aspetto particolare dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19”, come riportato anche da Agenpress.it.
I casi di bambini infettati sono avvenuti in alcuni degli ospedali in prima linea, il Presidente della SIN Fabio Mosca afferma: “L’attuale esperienza dei Centri di Neonatologia di Milano (Clinica Mangiagalli), Bergamo, Brescia e Piacenza su 12 neonati sospetti di infezione da SARS-CoV-2 ha fornito, al momento, due elementi rassicuranti”. Che sono:
• i nati da madre SARS-CoV-2 positiva sono solitamente negativi alla ricerca del virus;
• i neonati SARS-CoV-2 positivi sono rientrati da casa per sintomatologia non grave, acquisita dopo alcune settimane di vita nel contesto familiare.

La SIN, in base agli ultimi dati, ha stilato un nuovo documento nel quale si tengono conto dei dati disponibili fino al 21 marzo 2020. Il documento è stato redatto dal dott. Riccardo Davanzo, Presidente del Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute (TAS) e dal prof. Fabio Mosca, Presidente della SIN, con la collaborazione del dr. Guido Moro, Presidente di AIBLUD, del dott. Fabrizio Sandri, Segretario della SIN e del prof. Massimo Agosti, Presidente Commissione Allattamento della SIN.
Le indicazioni sono in linea con quanto raccomandato da diverse fonti internazionali.

Uso del latte materno spremuto
Si tenderà a preferire sempre la somministrazione del latte materno anche nel caso in cui la madre sia positiva. Però non verrà somministrato direttamente, ma la madre tirerà il latte che poi, dopo aver seguito dei protocolli specifici, potrà essere somministrato al piccolo. “Il latte materno spremuto non richiede la pastorizzazione, perché si ritiene al momento che il latte materno non rappresenti un veicolo di trasmissione del SARS-CoV-2. Nei casi di grave infezione materna la spremitura del latte materno potrà essere impedita o resa inopportuna dalle condizioni generali della madre.

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• Gestione di madre e neonato

Se è possibile l’opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e bambino, ai fini di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento. “Questa scelta è fattibile quando una puerpera precedentemente identificata come SARS-CoV-2 positiva sia asintomatica o paucisintomatica o in via di guarigione o quando una puerpera asintomatica o paucisintomatica sia probanda per SARS-CoV-2”. Nel caso in cui i sintomi siano molto forti e con compromissione dello stato generale, madre e bambino vengono transitoriamente separati, in attesa della risposta del test di laboratorio per coronavirus:
◦ Se il test è positivo: madre e bambino continuano ad essere gestiti separatamente;
◦ Se il test invece è negativo: è applicabile il rooming-in per madre-bambino, compatibilmente con le condizioni materne.

Contagio madre-neonato: le indicazioni aggiornate degli esperti – Universomamma.it (Adattamento grafico di Marco
Davanzo da fotografia originale scattata nella Clinica Mangiagalli di Milano nel marzo 2020)

Decidere se dividere o meno la coppia dipende sempre da caso a caso. Nel caso in cui la madre sia SARS-CoV-2 positiva, “vanno sempre seguite rigorose misure per prevenire l’eventuale trasmissione dell’infezione con le secrezioni respiratorie o per contatto con le secrezioni respiratorie. Vanno quindi tutelati il bambino, gli altri pazienti ospedalizzati e il personale sanitario”.
Allattare se si prendono dei determinati medicinali non è sempre possibile, per questo ogni caso verrà valutato di volta in volta. Al momento della dimissione, se la donna è COVID-19 paucisintomatica e con figlio sano SARS-CoV-2 negativo va dimessa in maniera appropriata. La dimissione precoce anche a 48 h dal parto si può rendere necessaria se il contesto ospedaliero è caratterizzato da sovraccarico assistenziale. E’ però di norma raccomandato un periodo di sorveglianza in ospedale di 1 settimana, con ripetizione test sul neonato contestualmente alla dimissione.

Contagio madre-neonato: le indicazioni aggiornate degli esperti – Universomamma.it (Credits: SIN)

Quando si ritorna a casa sarà la mamma a decidere se continuare l’allattamento al seno e/o l’uso del latte materno, in base alle proprie condizioni generali.
Il neonato verrà ricontrollato dopo 14 giorni ed i controlli potranno essere sospesi qualora un ultimo test a 28 giorni di vita risulti negativo.

Voi unimamme eravate a conoscenza di queste indicazioni? Informatevi con il vostro medico.

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