Bambini meno colpiti dal virus degli adulti: nel naso la possibile causa | FOTO

I bambini risultano essere meno colpiti degli adulti dal Covid-19 e con meno conseguenze. Perché? Diversi studi dimostrano come l’età sia un fattore che influenza il rischio di contagio e di letalità. Ora un nuovo studio ha identificato un possibile fattore che spiega i più tassi di infezione da Sars-CoV-2 nei bambini, ed è nel naso.

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Perché i bambini sono meno colpiti dal virus degli adulti? La risposta forse nel naso – Universomamma.it

La pandemia di Covid-19 ha ad oggi contagiato in tutto il mondo più di 5 milioni di persone e determinato centinaia di migliaia di decessi. L’Italia, tra i vari paesi del mondo è stata per mesi nei primi posti in classifica per contagi e decessi. Tuttavia il numero di infezioni tra bambini e ragazzi è di gran lunga inferiore rispetto a quello registrato negli adulti: da noi l’età media dei contagi è di 62 anni e quella dei decessi di 79. Per spiegare tali dati sono state avanzate diverse ipotesi, tra cui anche il fatto che il sistema immunitario dei bambini sia più allenato per via delle vaccinazioni. Ora un nuovo studio sembra aver individuato nel naso un possibile motivo per cui i bambini sono meno esposti alla malattia di cui è responsabile il nuovo Coronavirus SARS-CoV.2 .

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I bambini meno esposti al contagio per via dei recettori ACE2 presenti nel naso

Secondo uno studio del Mount-Sinai Hospital, pubblicato su Jama, la rivista dell’American Medical Association, il motivo per cui i bambini sono meno contagiati risiederebbe, almeno in parte, in livelli minori di espressione genica dei recettori attraverso i quali il virus entra nel nostro organismo, gli ACE2. ACE 2 è una proteina denominata “enzima 2 di conversione dell’angiotensina” che si trova sulla superficie di diversi tipi di cellule umane e nei principali organi quali cuore, reni, intestino, ecc.. Tale enzima è presente anche sulle cellule epiteliali di naso, bocca e polmoni e rappresenta una porta di ingresso dei coronavirus. L’espressione genica è invece una misura di quanto un gene viene trascritto.

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Gli autori dello studio hanno analizzato campioni epiteliali nasali raccolti nell’ambito di uno studio su pazienti con asma dal 2015 al 2018. L’epitelio nasale, si legge nello studio, è uno dei primi siti di infezione da SARS-CoV-2 e gli scienziati hanno sondato l’espressione dell’enzima 2 di conversione dell’angiotensina (ACE2) sulla superficie cellulare dell’epitelio nasale.

Lo studio su una coorte di 305 pazienti di età compresa tra 4 e 60 anni ha mostrato che:

  • i bambini più grandi (10-17 anni; n = 185), i giovani adulti (18-24 anni; n = 46) e gli adulti (≥25 anni; n = 29) avevano tutti un’espressione più alta di ACE2 nell’epitelio nasale rispetto ai bambini più piccoli (4-9 anni; n = 45)
  • e l’espressione ACE2 aumentava con l’età.
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Perché i bambini sono meno colpiti dal virus degli adulti? La risposta forse nel naso – Universomamma.it (Credits: Bunyavanich S, Do A, Vicencio A. Nasal Gene Expression of Angiotensin-Converting Enzyme 2 in Children and Adults. JAMA. Published online May 20, 2020. doi:10.1001/jama.2020.8707)

L’espressione ACE2 può essere collegata alla nostra suscettibilità a COVID-19″, afferma l’autore principale Supinda Bunyavanich, MD, MPH, professore di genetica e scienze genomiche e pediatria, Icahn School of Medicine al Mount-Sinai Hospital su ScienceDaily. “L’ACE2, che sta per enzima di conversione dell’angiotensina 2, è un recettore che alcuni potrebbero conoscere per il suo ruolo nella regolazione della pressione sanguigna. Il coronavirus utilizza l’ACE2 per entrare nel corpo umano, dove si diffonde. È noto che l’ACE2 è presente in le nostre vie aeree, i reni, il cuore e l’intestino. Nel nostro studio, abbiamo approfondito ulteriormente questa conoscenza, scoprendo che ci sono bassi livelli di espressione di ACE2 nei passaggi nasali dei bambini più piccoli e questo livello di ACE2 aumenta con l’età nell’età adulta. potrebbe spiegare perché i bambini sono stati in gran parte risparmiati dalla pandemia. ”

Naturalmente questo studio, anche per il numero limitato di pazienti, non chiarisce completamente i motivi dietro il minore tasso di contagio nei bambini, ma come detto fornisce una prima risposta positiva e che fa ben sperare. Servono infatti maggiori conferme, e a questo scopo è in atto uno studio, chiamato Human Epidemiology and Response to SARS-CoV-2 (HEROS), progettato per seguire prospetticamente 6000 bambini per determinare i fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19.

Nel frattempo rimane assolutamente necessario attuare le misure di prevenzione consigliate anche per i bambini: uso di mascherine protettive, igiene e distanziamento sociale.

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E voi unimamme che ne pensate di questo studio?

Vi ricordiamo che informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.

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