Qualità dello sperma e Covid-19: lo studio

La qualità del seme come indicatore: esiste una connessione tra la qualità degli spermatozoi e il rischio di contrarre il Covid. 

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Esiste una connessione tra la qualità degli spermatozoi, l’inquinamento e il rischio di contrarre il Covid. Questo è quanto sostenuto in uno studio italiano pubblicato in preprint. I ricercatori di questo studio appartengono a diverse istituzioni pubbliche: la ASL di Salerno, l’Università di Brescia, di Varese, di Napoli, il centro HERA di Catania, ed ISPRA del ministero dell’ambiente. Prendendo in esame le arie con maggiore tasso di mortalità Covid-19, è stato studiato il legame tra la qualità dello sperma, l’ inquinamento atmosferico e il coronavirus. Ne è venuto fuori che la qualità del seme maschile è una sentinella d’allarme e un indicatore sullo stato di salute di una certa popolazione e la sua suscettibilità a contrarre il Coronavirus ed è un indicatore anche in relazione alle condizioni del territorio.

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E’ infatti comune a tutte le aree che sono state attaccate più pesantemente dal virus la pessima qualità dell’aria: da Wuhan alla Corea del Sud all’Iran all’Italia del Nord. Partendo da questi centri poi il virus si è allargato e ha colpito i paesi tra il  30° ed il 50° parallelo dell’emisfero nord in inverno, dove normalmente si registra il maggior inquinamento. Anche San Paolo del Brasile, fuori da questa fascia, è stata duramente colpita a maggio che corrisponde all’inverno brasiliano, ma in quel periodo la città raggiunge livelli di inquinamento altissimi.

Per la diffusione del virus sembra che i fattori principali siano, insieme all’inquinamento la temperatura, l’umidità, la densità abitativa. L‘inquinamento soprattutto dato che può portare attraverso uno stress ossidativo ad uno squilibrio immunitario e coagulativo, un’infiammazione sistemica, danneggiando l’intero organismo e mettendolo a richio di contrarre il virus. Questo stress ossidante dell’inquinamento colpisce anche le cellule spermatiche che proprio per questa loro sensibilità sono le sentinelle della salute ambientale di un area.

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La qualità dello sperma indicatore ambientale e di salute generale di un area

La qualità del seme umano potrebbe essere un vero e proprio indicatore ambientale per sapere quando intervenire in aree abietalmente a rischio o avviare in quelle aree un controllo sanitario.

Secondo Luigi Montano, UroAndrologo dell’ASL di Salerno e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana e come riporta la Stampa ” I tassi di incidenza, prevalenza, e mortalità per patologie cronico-degenerative in una determinata area rappresentano indicatori epidemiologici che possono dare la misura di suscettibilità di danno a livello di popolazione. Negli studi che stiamo da tempo portando avanti attraverso il progetto Eco Food Fertility sul liquido seminale e le sue importanti variazioni dovute in buona parte alle condizioni ambientali dei territori che stiamo esplorando, riteniamo che possa esprimere anch’esso lo stato di salute della popolazione in relazione all’ambiente, anzi, a differenza degli altri indicatori epidemiologici prima citati che sono di esito, il seme rappresenta un biomarcatore molto precoce di danno e quindi esprimere anche meglio un indice di rischio per la salute. Infatti, gli spermatozoi sono cellule particolarmente sensibili agli stress ambientali e oltretutto diversi studi evidenziano come la scarsa qualità seminale sia fortemente associata al rischio per tutte le malattie cronico-degenerative nella fase adulta”

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E voi care unimamme cosa ne pensate di questa connessione tra l’inquinamento, lo sperma umano, e la suscettibilità ad ammalarsi di Covid? Personalmente tutto questo mi preoccupa moltissimo. L’inquinamento non fa che aumentare ed in Italia sono moltissime le persone che non riescono ad avere figli per problemi di fertilità. Purtroppo i fattori sono tutti a nostro sfavore e se non riusciamo a cambiare le cose e ad invertire la rotta con un impegno a livello globale, temo che come è arrivata questa Pandemia ne arriveranno altre.
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