“Nessuna distanza può cancellare l’amore”: il video che vi farà piangere

In questo periodo in cui il pericolo di contagio da Covid – 19 si fa ancora più duro come aiutare gli anziani.

anziani prevenzione malattie croniche

fonte: adobe stock

La socialità conta molto per gli anziani, anzi, secondo una recente ricerca della University of Pittsburgh Graduate School of Public Health questa è molto utile per combattere la demenza senile.

Alzheimer e demenza senile negli anziani: come prevenirle

In questo periodo in cui le persone anziane devono essere protette in modo ancora più accurato e capillare, quindi tenendosi a distanza fisica, ma continuando comunque a promuovere rapporti e conversazioni, sfruttando anche la tecnologia.

nonni covid
Foto da Unsplash

LEGGI ANCHE: LINO BANFI E LA DICHIARAZIONE D’AMORE PER LA MOGLIE MALATA DI ALZHEIMER

Un recente studio della University of Pittsburgh Graduate School of Public Health ha dimostrato l‘importanza della vita sociale per mantenere la salute cerebrale nelle zone legate alla demenza senile.

“Il nostro cervello se viene lasciato troppo a riposo rischia di invecchiare come qualsiasi altra parte del nostro corpo, dalla pelle ai capelli. Il problema quindi è riuscire a prolungare al massimo il benessere cerebrale e ritardare la neuro-degenerazione. Da questo punto di vista la vita sociale è estremamente importante, così come il movimento fisico” ha spiegato il professor Gridelli, direttore generale di Upmc in Italia e professore dell’Università di Pittsburgh.

LEGGI ANCHE: ALZHEIMER: IL DRAMMA DEI FAMIGLIARI DEI MALATI, PARLA UN ESPERTO

Oltre alla socialità è fondamentale anche l’attività fisica. “Ogni contrazione muscolare libera una serie di sostanze che hanno una natura di tipo ormonale e che influenzano in maniera positiva tutto l’organismo: oltre ad aumentare il benessere celebrare si fortifica il sistema immunitario, si riduce il rischio di tumori e si migliorano le performance cardiovascolari” spiega sempre il professor Gridelli.

Un altro studio dell’univerità di Pittsburgh ha mostrato come l‘ippocampo, che presiede l’orientamento spazio temporale, nelle persone anziane si riduce di 1,5% ogni anno. Lo studio si è svolto così:

  • è stata considerata una popolazione over 65
  • sono stati divisi in 2 gruppi
  • uno ha fatto attività di stretching
  • l’altro attività aerobica: corsa o camminata veloce
  • Nel primo gruppo l’ippocampo si riduceva di volume
  • nel secondo l’ippocampo aumentava

 “Si è scoperto quindi che anche il cervello si può rigenerare e che il suo decadimento non è strettamente correlato all’invecchiamento, bensì allo stile di vita”.

fonte: adobe stock

Sulla relazione tra attività fisica e benessere del cervello l’università di Pittsburgh sta svolgendo una ricerca:

  • dura da un anno
  • è condotta su 293 persone
  • l’età media è 83 anni
  • vengono somministrati ai volontari 3 programmi diversi: : aerobica, resistenza e yoga
  • vengono svolti test  neuro-cognitivi e risonanze magnetiche per capire quali aree vengono attivate da dalle diverse attività

“Sembra che l’ideale sia combinare attività aerobica, come la corsa o l’andare in bicicletta, alla resistenza, come ad esempio il sollevamento pesi” spiega il professore. Socialità e movimento sono quindi fondamentali per il benessere delle persone anziane, ma questo ora è frenato a causa del coronavirus.  Gli anziani dovrebbero quindi continuare a fare attività fisica in casa o uscire a fare passeggiate. Ci sono allenamenti via web e lezioni di ginnastica, questi dovrebbero essere promossi, se non addirittura rimborsati.

Come nel video dell’istituto Superiore di Sanità, ci sono alcuni gesti che possiamo compiere per aiutare i nostri genitori, nonni o vicini anziani:

  • mantenere la distanza fisica, quindi niente abbracci e baci
  • fare loro la spesa
  • chiamarli al telefono

“Nessuna distanza può cancellare l’amore” è il motto di questa campagna che ci suggerisce di contribuire, con comportamenti responsabili, a mantenere la salute degli anziani, coloro che possono subire le conseguenze più gravi della Covid – 19.

LEGGI ANCHE: ALZHEIMER E DEMENZA SENILE: LE 10 REGOLE PER PREVENIRLE

Impossibilitati i contatti fisici in persona la rete dovrebbe essere la via per non lasciare soli le persone più anziane. Secondo diversi studi in 10 anni le malattie neuro degenerative saranno una delle cause principali di mortalità e morbilità. Demenza senile e Alzheimer avranno anche un impatto forte a livello economico e sociale, ma se le medicine possono fare poco una volta che la malattia è in atto, bisognerebbe puntare sulla prevenzione.

fonte: adobe stock

Secondo il professore di Pittsburg occorre un approccio sistemico globale per combattere le malattie croniche. Per esempio abitare vicino a un parco ha maggior possibilità di camminare e tenersi in forma rispetto a chi vive in una città con poco verde.

Unimamme, cosa ne pensate di questa ricerca di cui si parla su Journal of Gerontology?

Per restare sempre aggiornato su notizie, ricerche e tanto altro continua a seguirci su GOOGLENEWS.

Impostazioni privacy