Neonato morto al Pertini, scatta la protesta: raccolte oltre centomila firme

L’iniziativa si è diffusa velocemente in rete e sono già state raccolte oltre 100mila firme di protesta contro quanto accaduto all’ospedale Pertini di Roma, dove un neonato è deceduto soffocato tra le braccia della madre che, lasciata sola, si era addormentata. 

Sono oltre 100mila le firme che sono state raccolte per la petizione partita in seguito alla tragedia avvenuta all’ospedale Pertini di Roma, dove un neonato è rimasto senza vita senza che nessuno se ne accorgesse, mentre la mamma, esausta dal parto, si era addormentata accanto a lui.

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Neonato morto al Pertini di Roma, raccolta firme (Canva)

Il piccolo era stato lasciato alla madre, stremata da un travaglio di 17 ore, in stanza. La donna si è poi addormentata e il bambino è morto soffocato tra le sue braccia, quando l’infermiera di turno si è resa conto di cosa stesse accadendo era ormai troppo tardi.

Neonato morto all’ospedale Pertini di Roma, la petizione

La notizia della morte del neonato all’ospedale Pertini di Roma ha sconvolto l’intero Paese, ma soprattutto tantissime donne e madri che hanno deciso di mobilitarsi affinché quanto accaduto alla giovane neo mamma non si ripeta mai più. Ed ecco che è partita la protesta, sotto forma di una petizione, che ha già ottenuto oltre 100mila firme.

La petizione, organizzata sul portale Change.org, è stata lanciata contro quella che in gergo è definita ‘violenza ostetrica’. A farla partire è stata l’associazione Mama Chat, organizzazione che dal 2017 si occupa di supportare madri e famiglie in difficoltà. Obiettivo dell’iniziativa è ottenere una modifica dei rigidi protocolli ospedalieri che troppo spesso non consentono alle neo madri di avere un aiuto adeguato, a meno che queste non paghino una stanza privata per la degenza post parto.

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Neonato morto al Pertini di Roma, la protesta (Canva)

Nello specifico la petizione chiede che: “I  protocolli ospedalieri siano aggiornati e che sia consentito l’ingresso per tutte le 24 ore ad un accompagnatore, garantendo l’accesso in tutti gli ospedali italiani del partner o familiare al momento del parto e durante tutta la degenza“.

All’interno della petizione, inoltre, viene posta l’attenzione sulla situazione che si è venuta a creare nel post pandemia, con regolamenti che continuano ad essere vigenti anche se non vi è necessità. Sono richiesti anche più controlli e aiuti alle famiglie nei momenti successivi al parto, quando le neo mamme sono estenuate, stanche e spaventate.

La richiesta si conclude con un’analisi su una situazione che sarebbe diffusa in troppi ospedali italiani: “La violenza ostetrica che permea quotidianamente nelle strutture Italiane miete vittime inconsapevoli creando traumi psicologici gravi che hanno effetti non solo sulle mamme ma anche sui loro bambini“, come ne è un drastico esempio il bimbo di questa triste storia, anima innocente vittima di una burocrazia assassina.

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