Genitori divorziati, come vanno divise le spese straordinarie per i figli: lo dice la legge

È la Corte di Cassazione ad aver stabilito come vanno ripartite le spese straordinarie per i figli in caso di genitori divorziati: ecco la sentenza.

Quando una coppia si separa, si tiene anche conto delle spese straordinarie per i figli. Nello specifico, stiamo parlando di una serie di spese non ordinarie, che superano la somma dell’assegno di mantenimento.

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Spese straordinarie genitori separati a chi spettano (Universomamma.it)

È la giurisprudenza che si occupa di individuare le suddette spese ripartendole tra i genitori. La Corte di Cassazione, in una delle più recenti sentenze, ha stabilito dei criteri di ripartizione in merito, tramite l’ordinanza 6933/2023. A questo proposito, la vicenda vedeva coinvolto un padre, separato dalla moglie. A quest’ultima, il tribunale aveva assegnato la casa coniugale in quanto genitore collocatario. Il padre avrebbe dovuto sborsare, poi, un assegno di mantenimento di 1.100 euro per ogni figlio, nonché pagare l’80% delle spese mediche, scolastiche, ecc., naturalmente tutte comprovate.

Spese straordinarie per i figli: la sentenza della Suprema Corte in caso di genitori divorziati

La causa, giunta in Suprema Corte, ha visto l’uomo lamentarsi del fatto che la corte non aveva considerato lo sbaglio inerente alla sua situazione reddituale. Inoltre, secondo l’uomo, l’importo dell’assegno, nonché il modo in cui si erano ripartite le spese straordinarie, erano sbilanciati rispetto alle reali esigenze dei minorenni in questione. Per lui, infatti, la ripartizione si era basata su quanto esposto dalla madre. La sentenza della Corte Suprema di Cassazione stabilisce che l’individuazione dell’ammontare dell’assegno di mantenimento periodico, deve prendere in considerazione i redditi dei genitori.

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Spese straordinarie cosa dice al Corte di Cassazione (Universomamma.it)

Non solo, perché ci sono altri aspetti da esaminare, che vanno da ulteriori introiti economici, risparmi, disponibilità di un alloggio che sia di proprietà. Tutto ciò, come afferma la Corte Suprema, «in uno con la considerazione delle esigenze attuali dei figli e del tenore di vita da loro goduti nonché dei tempi di permanenza degli stessi presso ciascuno dei genitori e della valenza economica dei compiti domestici e di cura da loro assunti».

Nel caso specifico, la Cassazione spiega che la sentenza impugnata ha valutato che l’importo dell’assegno di mantenimento era adeguato alle possibilità del genitore, che ha un reddito più elevato di quello dell’ex moglie di due terzi. Secondo la Corte Suprema, era anche adatto alle esigenze dei figli.

In sostanza, la Corte Suprema ha stabilito che, riguardo la ripartizione delle spese straordinarie,  esse non devono essere «necessariamente suddivise in ragione della metà per ciascuna parte, secondo il principio generale vigente in materia di debito solidale», ma prendendo in considerazione il doppio criterio delle risorse patrimoniali disponibili e anche «della capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascun condebitore».

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