Tutti i social vietati ai minori di 16 anni: cosa cambia e come faranno rispettare il divieto

Cambiano le regole per l’uso dei social network. Sedici anni diventa l’età minima che si deve avere per iscriversi: ecco le informazioni

I cellulari e gli smartphone fanno ormai parte della vita anche dei più piccoli. Per quanto si cerchi di proteggerli, proponendo giochi ed attività manuali e creative che li tengano lontani dagli schermi il più possibile, nascono circondati da smartphone, fotografie e videochiamate ma, soprattutto, vedono questi dispositivi in mano ai genitori. Qualcosa però sta cambiando: ora, per iscriversi a un social, si devono avere sedici anni.

Social vietati sotto i 16 anni: cosa cambia
I social saranno vietati ai minori di sedici anni: cosa sapere (universomamma.it)

Proprio per arginare l’impatto che i social media hanno sui più piccoli, in termini di crescita e sviluppo psico-motorio, si sta iniziando a pensare di introdurre norme più stringenti per quanto riguarda il loro uso. Ecco quindi cosa cambia, con questa nuova regola dei 16 anni: dove è stata applicata, cosa prevede e soprattutto come verrà attuata.

Niente social per chi ha meno di 16 anni: le nuove regole

È Carla Garlatti, la garante per l’infanzia, a proporre un divieto per i minori di quindici anni per l’accesso ai social media: lo spunto arriva da una legge recentemente approvata in Francia. Qui, come in Lussemburgo, Olanda e Germania, è stata accolta con grande favore da parte dei politici la proposta che fissa a sedici anni il limite minimo d’età per l’accesso ai social.

Social vietati sotto i 16 anni: cosa cambia
I social saranno vietati ai minori di sedici anni: cosa sapere (universomamma.it)

La garante per i diritti dell’infanzia ha quindi affermato che, sull’onda di ciò che è accaduto in altri paesi europei, ha mandato alla Presidente del Consiglio una domanda in merito ma, al momento, non ha ricevuto risposta. La volontà di alzare il limite dell’età per l’accesso ai social, che ora è fissato a 14 anni, risponde all’esigenza di intensificare la sicurezza: “La scelta dei 16 anni è armonica col nostro sistema normativo: a 16 anni ci si può sposare e riconoscere un figlio, a 16 anni l’imputato può chiedere che non si svolga a porte chiuse il processo, quindi 16 è l’età dei diritti e a noi sembra più in linea” ha dichiarato.

Il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha affermato che la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza è una delle priorità di questo esecutivo, per cui è probabile che anche in Italia nelle prossime settimane si discuterà di questo tema. Se anche qui venisse approvata questa legge, diventerebbe necessario un nuovo sistema per la verifica dell’età dei minorenni basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi.

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