Gravidanza, attenzione ai livelli di ferro: la carenza provoca conseguenze gravissime

La mancanza di ferro può compromettere la salute della donna e del feto e può sfociare in gravi patologie. Come integrare il minerale?

Il ferro è essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo, perché è coinvolto nella maggior parte dei processi vitali. Per questo motivo, una sua mancanza può causare disturbi più o meno gravi.

conseguenze della carenza di ferro nelle donne
La mancanza di ferro può causare gravi problemi (universomamma.it)

In base ai dati dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), sono più di 700 milioni le persone che soffrono per la carenza di ferro e quasi 2 miliardi quelle colpite da anemia sideropenica. Ad essere interessate da questo fenomeno sono soprattutto le donne in età fertile e, in particolare, quelle che soffrono di ipermenorrea (flusso mestruale abbondante). Ma la carenza di ferro può essere anche una conseguenza di malattie dell’apparato genitale (ad esempio, l’adenomiosi) oppure della presenza di polipi o miomi.

L’anemia sideropenica, invece, coinvolge di più le donne in gravidanza, secondo una percentuale che va dal 25% al 50%. A sottolineare le criticità legate alla carenza di ferro è la Professoressa Irene Cetin, Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi“, Università di Milano.

L’anemia sideropenica costituisce la causa più comune di anemia in gravidanza. Il ferro rappresenta il principale nutriente di cui una donna in questo stato ha necessità e il suo bisogno raddoppia durante tutti i nove mesi di gestazione“, ha dichiarato.

In effetti, la carenza di ferro può avere degli impatti devastanti sulla crescita e lo sviluppo dell’embrione, fino a causare malformazioni e alterazioni nella crescita fetale. Può, inoltre, essere responsabile dell’insorgenza di patologie neurocomportamentali, come l’autismo.

Livelli insufficienti di ferro e acido folico: l’importanza di una diagnosi precoce

Preservare adeguati livelli di ferro nel sangue è necessario anche per tutelare la salute della madre. La sideropenia, infatti, può incrementare il rischio di emorragia post-partum. Livelli di emoglobina inferiori alla norma non permettono all’utero di contrarsi correttamente e di contrastare l’atonia post-parto.

Per le ragioni appena esposte, l’OMS ha sottolineato l’importanza di integrare il ferro, soprattutto nelle donne in stato interessante.

effetti dannosi anemia
L’anemia è un disturbo che colpisce quasi il 50% delle donne (universomamma.it)

Ma quali dovrebbero essere i valori minimi nel sangue di questo fondamentale minerale? In realtà, è difficile stabilire una percentuale valida per tutti, perché essa varia a seconda delle specifiche condizioni fisiologiche della persona. In linea di massima, per le donne in età fertile, l’emoglobina dovrebbe avere un valore minimo di 12 g/dl, mentre per le donne in gravidanza di 11 g/dl.

Chiunque presenti un quantitativo inferiore di ferro deve necessariamente capirne la causa, analizzando anche la ferritina, l’ematocrito e il volume corpuscolare. In alcuni casi, il disturbo potrebbe essere correlato ad una mancanza di vitamine del gruppo B e, dunque, è necessario effettuare analisi del sangue più approfondite.

È opportuno, infine, segnalare che esiste una stretta correlazione tra l’integrazione del ferro e quella dell’acido folico. Entrambi i nutrienti, infatti, sono responsabili di importantissime funzioni vitali, agendo all’unisono e intervenendo in maniera preventiva su alcune situazioni dannose per la salute.

L’interazione tra il ferro e l’acido folico è essenziale per le donne in età fertile e per quelle in gravidanza. Anche in tale ipotesi, infatti, una carenza di acido folico andrebbe opportunamente integrata, per prevenire anemia e ostacolare lo sviluppo di difetti genetici del feto.

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