Co-parenting in forte crescita | In cosa consiste questa pratica e perché sempre più persone lo scelgono

Sempre più bambini nascono da genitori che hanno scelto di praticare il co-parenting. Ecco in cosa consiste e quali sono i vantaggi

Decidere di fare un figlio non è mai facile o scontato e, sebbene nella nostra società sembri un normale sviluppo di una qualsiasi coppia, in realtà richiede impegno, responsabilità e dedizione alla famiglia in modo spesso completo ed esclusivo, almeno per un certo periodo. Ad oggi, sono molte le battaglie che sostengono il diritto alla maternità e alla paternità delle coppie omosessuali e il tema della genitorialità è sempre più centrale: ecco, a tal proposito, cos’è il co-parenting.

Co-parenting di cosa si tratta
Co-parenting in crescita: in cosa consiste (Universomamma.it)

Quante volte abbiamo sentito di persone che, sentendosi pronte per accogliere un figlio nella propria vita, si sono trovate impossibilitate a realizzare quel desiderio poiché non avevano a fianco la persona giusta? Non basta la precisa volontà di mettere al mondo un bambino, per riuscirci: i fattori che intervengono sono tantissimi e, tra questi, c’è anche il trovare un partner con cui si sta bene. Ecco perché molti scelgono il co-parenting: risolve ogni problema (forse).

Co-parenting: fare un figlio senza essere una coppia

Il co-parenting è la nuova tendenza degli Stati Uniti che si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Europa e consiste nel mettere al mondo un figlio con un amico o con un’amica, senza quindi un legame sentimentale stretto. In alternativa, si definisce co-parenting anche la pratica di mettere al mondo un figlio grazie a donatori. Nel caso degli amici, però, questi si trovano d’accordo sulla volontà di diventare genitori e quindi sul crescere il bambino secondo modalità su cui vanno entrambi d’accordo, rimanendo liberi sentimentalmente e sessualmente e non avendo alcun legame di coppia.

Co-parenting di cosa si tratta
C’è una nuova tendenza in forte crescita, si chiama Co-parenting (Universomamma.it)

Di fatto, traducendo il termine, è la genitorialità condivisa senza alcun legame sentimentale. Ovviamente, culturalmente non è facile da comprendere e da accettare soprattutto in un panorama come il nostro dove i discorsi famigliari sono ancora fortemente influenzati da una visione tradizionalista ben radicata nella società. Diversa è la situazione nell’ambiente inglese e americano, dove addirittura molti avvocati suggeriscono e sostengono questa forma di genitorialità poiché consente di evitare lo stress di un divorzio.

Se da un lato c’è quindi chi ne esalta i lati positivi, come l’andar d’accordo fin dall’inizio con l’altro genitore poiché “patti chiari, amicizia lunga“, dall’altro lato c’è chi crede che in questo modo vivano una vita da eterni figli di divorziati, saltellando da un genitore all’altro: sebbene questa sia la condizione di molti bambini, in questo caso metterli in questo continuo rimbalzare sarebbe una precisa volontà.

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