Il tumore al polmone sta diventando sempre più curabile: -28% rischio morte con le nuove terapie

Grandi novità per quanto riguarda l’approccio curativo del tumore al polmone. Finalmente una bella notizia, ecco di quale si tratta

Secondo le stime dell’Associazione Italiana Registri Tumori, quello al polmone rappresenta il 15% di tutte le diagnosi di tumore negli uomini, mentre il 6% nelle donne. Solo nel 2022 sono state effettuate più di 43mila nuove diagnosi e, ancora oggi, questa neoplasia è una delle prime cause di morte in tutti i Paesi industrializzati, tra cui c’è anche l’Italia. Oggi, però, abbiamo una buona notizia: riguarda la cura.

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Grandi novità sulla prospettiva di cura del tumore al polmone: ecco le ultime scoperte medico-scientifiche (universomamma.it)

Sono molti i fattori di rischio che espongono al tumore al polmone, tra cui spicca il fumo di sigaretta, la vicinanza prolungata con elementi chimici come l’amianto, il radon e i metalli pesanti, l’inquinamento atmosferico ed anche alcuni fattori genetici ed ereditari. Se quindi da un lato per ridurre la probabilità di incorrere in questa neoplasia si può modificare qualche abitudine di vita, dall’altro è importante sapere che la scienza sta facendo passi da gigante per quanto riguarda le terapie: ecco le ultime novità.

Tumore al polmone, novità in ambito curativo

Secondo quanto è stato presentato dallo studio Fase 3 Keynote-671 all’European Society for Medical Oncology, il tumore al polmone in fase precoce può essere efficacemente trattato con la molecola pembrolizumab. Questa, se somministrata prima e dopo l’intervento chirurgico, riduce il rischio di morte del 28%, con il 71% dei pazienti vivi a 3 anni dalla diagnosi. A parlarne è anche Silvia Novello, responsabile dell’Oncologia Polmonare dell’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, in provincia di Torino.

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Tutte le novità da conoscere sulla cura del tumore al polmone (universomamma.it)

Questa terapia ha il potenziale per diventare una strategia fondamentale che può modificare la storia di questa neoplasia in stadio precoce” ha affermato ad Ansa. Si tratterebbe, quindi, di somministrare Pembrolizumab prima dell’intervento, in combinazione con la chemioterapia e di proseguire poi la cura anche dopo la chirurgia. Secondo i più recenti studi, questo approccio avrebbe significativi effetti positivi anche sul rischio di recidiva, ancora troppo elevato in tutto il mondo per quanto riguarda il cancro al polmone.

Fulcro fondamentale di questa terapia rimane però la diagnosi precoce, che è essenziale per far sì che si possa iniziare con la somministrazione del farmaco e che quindi si possa sperare in una sopravvivenza maggiore. Ancora oggi, infatti, il 44% dei casi di tumore al polmone viene diagnosticato in fase avanzata: intervenire su questo aspetto è il primo passo.

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